CALUSO – Gioia conclusiva per l’82^ edizione della Festa dell’Uva di Caluso. È quella dei Rioni e delle Frazioni cittadine che così come tradizione vuole dedicano interamente a loro stessi la serata del lunedì, con la sfilata in notturna dei carri, dei gruppi a piedi, la premiazione dei vincitori. Le parole d’ordine sono: euforia, allegria, musica, voglia di ridere e di stare insieme. Non c’è invidia verso chi ha saputo pigiare quel secchio d’uva in più, ha saputo correre più forte degli altri, ha saputo allestire il carro più bello che ha permesso all’intero gruppo di aggiudicarsi il gradino più alto del podio. Ecco che “competizione” significa cercare di dare il meglio di sè in un clima di divertimento. Ed il Palio della domenica pomeriggio è stato lo specchio di questa filosofia di vita quando Italia – Francia, ovvero Caluso-Brissac si sono confrontate fino all’ultimo acino. A loro non importava vincere, ma importava divertirsi e divertire. Anche i gradini dell’ex Municipio, lunedì sera, hanno saputo assorbire quell’attimo di gioia che ha visto alzare le coppe, mentre la piazza contenta applaudiva, e per il Rione Pescarolo, vincitore del Palio, un motivo di gioia in più e la volontà di offrire un fuori programma con i fuochi d’artificio a festeggiare i 40 anni di attività. Un voler ricordare che la Festa dell’Uva è anche storia, leggenda, cultura, è un momento che appartiene alla città. Perché se un tassello importante della manifestazione sono senza dubbio i tanti giovani e meno giovani che, riuniti in gruppo, rappresentano ciascuno un rione o una frazione calusiese, capace di vivacizzare alcuni importanti momenti della rassegna, primo fra tutti il sabato sera con l’apertura delle Veje Piole, sarebbe riduttivo imputare a loro la riuscita dell’intera manifestazione. Una manifestazione che ormai da anni si pone l’obiettivo di scrollarsi di dosso quel “marchio” di Festa del Vino più che di Festa dell’Uva, capace di riversare entro le mura cittadine, gli amanti del vizio più che gli amanti del buon bere. Ed è bello vedere che le cose stanno, passo dopo passo, migliorando. Sotto l’Amministrazione targata Suriani con l’allora Pro Loco presieduta da Roberto Podio, già si parlava della volontà di cambiare le cose, di puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità, di valorizzare il vino Erbaluce eccellenza del territorio Calusiese; e in tal senso si lavorava. Se ne è continuato a parlare lo scorso anno, quando la Festa dell’Uva continuava ad essere un appuntamento da cullare sotto nuove vesti con Mariuccia Cena in qualità di Sindaco, Roberto Podio di Assessore e di Bruno Cambursano quale Presidente della nuova, oggi ex Pro Loco Pro, a cui spettava l’organizzazione dell’evento; se ne è parlato ancora oggi, quando ad occuparsene, rimasto vedovo del sodalizio, è stato il Comune grazie alla collaborazione delle tante associazioni cittadine.
Ed è bello notare che qualcosa negli anni sta cambiando se si pensa che sono stati soltanto tre gli interventi sanitari, su di un bilancio di 20mila presenze per le strade cittadine, ed è altrettanto bello osservare intere famiglie uscire di casa, tenendo per mano i propri bambini, spingendo i passeggini anche fin oltre la mezzanotte, mentre al Parco Spurgazzi, anche i meno giovani hanno potuto passare una serata diversa offrendo appuntamenti per tutte le età. Un Parco importante per la sua estensione proprio a ridosso del centro, e al centro di critiche quale location al posto delle Terrazze dell’Erbaluce. Per il primo cittadino un luogo da restituire ai Calusiesi, dando loro la possibilità di viverlo, mettendolo a disposizione dei visitatori giunti in città. Critica Legambiente, intervenuta a favore della tutela della flora presente, cui il Comune ha dato rassicurazioni. Di fatto il Parco Spurgazzi ha davvero rappresentato un’isola felice dove potersi distendere il sabato sera. Così, a fare da contrasto alla fiumana di gente che poco a poco riempiva le vie del centro, un rifugio tranquillo stava poco più in là, dedicato ai giovani e meno giovani con la danza ed il varietà, alla musica leggera con “I Nuovi Angeli” in concerto. Due mondi così vicini e così lontani che hanno saputo convivere in un clima del tutto festaiolo e tutt’altro che spiacevole.
Altra location, tra i punti focali della Festa, l’area Mercatale dove hanno trovato la loro collocazione le giostre e il Festival del Risotto quale novità di questa edizione, con la partecipazione la domenica pomeriggio del giornalista enogastronomico Edoardo Raspelli.
E se il palato alla Festa dell’Uva ha da sempre un’importanza prioritaria, non da meno è stata la buona musica. Non solo quella assordante dei carri o delle piole, quella leggera del parco, ma anche quella bandistica con le ormai stimate note della Banda Musicale di Caluso e quelle, il giovedì sera, della Filarmonica di Bosconero diretta dal Maestro Pietro Marchetti, alla presenza della delegazione francese di Quincè-Brissac.
Tanti gli appuntamenti. Ultimo per scelta quello della domenica mattina con la proclamazione della reginetta della festa, la Ninfa Albaluce, Giada Cutrone, che avvolta nel mistero della sua leggenda, ed eletta dal neonato Ordine delle Ninfe presieduto da Cristina Gilardi, rappresenterà Caluso e i suoi vini per i prossimi 365 giorni.
Insomma La Festa dell’Uva è un lavoro di squadra e al Comune va il merito di non aver voluto perdere una Festa così importante per la città. Il grazie è stato rivolto a tutti: dall’Oratorio, all’Ubertini, dall’Asilo Guala ai Musici, dagli Alpini ai volontari, e alle tante associazioni che hanno voluto essere presenti con il proprio supporto. Senza dimenticare la costante presenza delle Forze dell’Ordine. Il frutto di questo lavoro merita un plauso e la buona riuscita ne è il risultato, complice certo il tempo che ha saputo regalare belle e calde giornate di sole.
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