Il Sindaco di Bollengo, Luigi Ricca, riflette su progetti, grandi opere e infrastrutture in Canavese.
Gli amari sfoghi del Sindaco di Albiano d’Ivrea a commento dell’abbandono da parte della Regione Piemonte di ogni disponibilità a valutare un percorso per rilanciare il progetto di Mediapolis, mi hanno sollecitato una riflessione che va al di là del merito del progetto e chiama in causa la “classe dirigente” del Canavese e dei suoi rappresentanti ai vari livelli istituzionali. Innanzitutto a qualche mese dalla conclusione della vicenda, noto come nessuno degli attori che dovrebbe avere a cuore il futuro di questo territorio abbia assunto posizione, salvo naturalmente coloro che sempre hanno osteggiato l’iniziativa. Silenzio ed indifferenza, come se la questione fosse solo di Albiano. Solo una ventina di Sindaci hanno messo la faccia, in tempi più recenti, per cercare di salvare il progetto.
Ma il punto significativo è per me questo: la bocciatura di Mediapolis non è l’unica bocciatura che riguardi progetti di rilievo per il territorio eporediese-canavesano nell’ultimo decennio. E l’aspetto che trovo singolare è che tutti i progetti bocciati e/o non sostenuti nel loro percorso realizzativo, erano stati approvati e condivisi sia sul piano politico sia dai tecnici che hanno nel tempo lavorato alla definizione dei percorsi di sviluppo del Canavese, dagli strumenti urbanistici agli studi più specialistici, ritenendoli fondamentali per la crescita del territorio.
E’ così per Mediapolis, già inserito nel Patto Territoriale del Canavese, oggetto di Accordo di Programma tra Regione, Provincia e Comuni interessati, lasciato poi “languire” fino all’esaurimento in mano ai burocrati, senza che nessuno di quelli che negli ultimi anni avevano titolo per farlo, mettesse la faccia per dar seguito ad un percorso predefinito e condiviso. Anzi, pur di non avere un contradditorio che “infastidisse” sul piano politico, anche da parte di qualche sottoscrittore dell’Accordo di Programma si sono tirati i remi in barca.
E’ così per altri progetti individuati nel tempo come essenziali, per i quali si sono spese risorse importanti per la loro definizione, e che poi sono stati abbandonati all’oblio. Cosa dire del cosiddetto “peduncolo”, variante fondamentale della viabilità ad est di Ivrea, già finanziato con i fondi Anas trasferiti con il passaggio delle competenze dalla stessa alla Regione e quindi alla Provincia, già annunciato come certa realizzazione dopo l’approvazione del progetto esecutivo? Oggi nessuno più ne parla.
Altro caso emblematico il Traforo di Monte Navale, reinserito nel Piano Regolatore di Ivrea dai Tecnici della Giunta Grijuela, la cui progettazione definitiva era stata finanziata con un contributo della Regione Piemonte (Presidente Bresso) alla Provincia di cinque milioni di euro, gara effettuata cui mai si è dato corso nonostante una delibera di conferma da parte del Consiglio comunale di Ivrea di ritenere strategica la realizzazione dell’opera.
Chi si è assunto la responsabilità di non procedere? Timore di affrontare le contestazioni, anche qui insistenti, di una parte? E dove sono state dirottate le risorse assegnate per l’opera di Ivrea? Una motivazione che viene sempre sventolata in questi casi è: ma tanto non ci sono i fondi per fare l’opera e non si possono spendere cifre importanti per la sola progettazione! Poi si scopre che periodicamente, anche in tempi di crisi, c’è qualche legge (dai decreti del “Fare” e altri similari) che stanzia risorse significative per fare opere importanti per i territori, con naturalmente la precedenza a chi ha i progetti esecutivi pronti!
Così, qui da noi, non assumendo la responsabilità di decidere, non siamo mai pronti.
E se lo siamo, come per il “peduncolo”, c’è evidentemente chi se lo dimentica.
E cosa dire della necessità di realizzare un nuovo ospedale di Ivrea, sostituendo l’antieconomica e vetusta struttura esistente? L’amministrazione Bresso aveva colto questa esigenza, inserendo la realizzazione del nuovo ospedale tra i cinque nuovi nosocomi previsti in Piemonte dal Piano pluriennale di edilizia sanitaria e stanziando più di un milione di euro per la progettazione di massima. Nessuno, dopo il 2010 ha sostenuto l’esigenza di dar seguito a quella decisione, neanche sul piano delle cose affrontabili senza costi particolari, come la verifica della idoneità dell’area prescelta per la costruzione del nuovo ospedale. Ci si è nascosti dietro il fatto che intanto partiva il Poliambulatorio, già interamente finanziato dalla Giunta Bresso. L’Ospedale? Eh, ma tanto mancano le risorse per costruirlo! Si dà il caso che l’Ass. Saitta abbia recentemente in più di una occasione assicurato che conta anche di liberare fondi per l’edilizia sanitaria. Già, ma noi non saremo pronti, neanche per metterci in coda ad altre esigenze magari prioritarie.
Sono solo alcuni esempi, i più eclatanti, di scelte condivise sul territorio dalla maggioranza degli attori interessati e mai sostenuti fino in fondo per la loro realizzazione dalla classe dirigente del momento. Hanno sbagliato i politici che hanno fatto quelle scelte in passato ed i tecnici che le hanno proposte e avallate?
O è mancata la capacità del territorio di fare sistema e di sostenerle fino in fondo, con il coraggio necessario, assumendosi anche la responsabilità di superare l’ostinata resistenza dei contrari, magari in parte della stessa sponda politica?
Certo che a non scontrarsi con nessuno ci si trova meno nella bufera, si hanno meno nemici, si vivacchia meglio, si può pensare più serenamente alla carriera politica…
L’ultimo grande progetto a valenza “strutturale” decollato è stato il Bioparco di Colleretto Giacosa, frutto della stretta collaborazione tra soggetto privato (ricordiamo Silvano Fumero) ed Istituzione pubblica, mentre sono al palo indispensabili interventi di adeguamento della rete ferroviaria ( il mancato accordo sulla bretellina di Chivasso non ha certamente favorito l’utilizzo dei fondi stanziati).
Adesso si partirà con il Piano Strategico della Città Metropolitana: un altro elenco di cose importanti senza speranza di futuro? Speriamo di no e che sia la volta buona per far sistema e pensare davvero “Canavese”.
Luigi Sergio Ricca
Sindaco di Bollengo
Ago 21 2015
Canavese e classe dirigente
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