TORINO – Con le elezioni del 25 maggio e i successivi ballottaggi sono state elette le nuove amministrazioni comunali del territorio provinciale e il sistema istituzionale territoriale è dunque nella pienezza dei suoi poteri. Tra le scadenze più impegnative che stanno di fronte agli amministratori locali vi é la costituzione della Città Metropolitana, istituita con la Legge Delrio: una riforma istituzionale complessa e fortemente innovativa, che richiede un coinvolgimento attivo e diretto di tutti i 315 Sindaci della Città Metropolitana di Torino.
Di questo argomento si sta parlando nel corso di un incontro che si sta svolgendo in Provincia a Torino.
Il punto di partenza è la data del 1° gennaio 2015 quando dovrà essere operativa la nuova città metropolitana.
Secondo il vice Presidente della Provincia di Torino, Alberto Avetta si devono verificare tre condizioni perché la nuova città metropolitana parta con il piede giusto: portare alla fase costitutiva un ente sano, avviare un percorso il più possibile condiviso tra i 315 comuni e garantire che la città metropolitana abbia un equilibrio tra la grande area urbana ed i comuni medi piccoli e piccolissimi.
Cosa sarà essere la Città metropolitana? Secondo Avetta dovrà essere “un ente nuovo con funzioni nuove, forte di esperienze, conoscenze e competenze tecniche che dovranno diventare complementari a quelle della città di Torino e degli altri comuni, un motore di sviluppo ed un ente in cui i comuni siano i protagonisti della gestione dei servizi di area vasta da fornire ai cittadini.”
“Si tratta di un soggetto nuovo di cui si parla in Italia da 25 anni” ha detto il Sindaco di Torino Piero Fassino, che definisce la Città metropolitana la “Città delle città”.
“Un percorso che dovrà avere carattere costituente: occorrerà riempire di scelte, contenuti e norme ciò che la legge ha lasciato aperto.”
Il percorso, ha ricordato Fassino, è scandito in questo modo: ci sarà una fase transitoria in cui rimarrà in vita la Provincia di Torino e che scadrà il 31 dicembre; entro fine anno dovranno svolgersi le elezioni del nuovo Consiglio Metropolitano composto da 18 membri e dovrà essere scritto lo Statuto; dal 1° gennaio 2015 entrerà in funzione il nuovo ente e tra i primi compiti ci sarà la realizzazione di un piano triennale di sviluppo e programmazione.
In Piemonte ci sono 1206 comuni di cui 800 con meno di 1000 abitanti. In Provincia di Torino 250 comuni hanno meno di 5mila abitanti.
“Si tratta di una dimensione così piccola – dice Fassino – che non consente trasferimenti di funzioni. La centralità dei comuni è direttamente collegata alle condizioni di potere gestire le funzioni. La legge – ha ricordato il Sindaco di Torino – esclude la possibilità che il comune capoluogo sottragga compiti e funzioni ma non è indifferente il rapporto tra la città capoluogo e gli altri comuni. E’ Importante che nascano nuove esperienze delle unioni dei comuni che al momento presentano un quadro.”
Le elezioni del nuovo Consiglio della Città metropolitana si svolgeranno il 28 settembre.
Il comunicato della Provincia di Torino
Stamani nell’Auditorium della sede della Provincia, in corso Inghilterra 7, l’assemblea in vista della costituzione della nuova Città Metropolitana
“Sono tre le condizioni necessarie per partire con il piede giusto nella costituzione della Città Metropolitana: bilancio sano, percorso condiviso con i 315 Comuni ed equilibrio territoriale nella rappresentanza del prossimo Consiglio Metropolitano”. Con queste parole il Vice-Presidente della Provincia di Torino, Alberto Avetta, ha aperto l’assemblea dei Sindaci che si è svolta stamani nella sede provinciale di corso Inghilterra. L’incontro è stato convocato da Avetta e dal Sindaco di Torino e Presidente dell’ANCI, Piero Fassino, per condividere il percorso, gli adempimenti e gli obiettivi della costituenda Città Metropolitana, che vedrà la luce il 1° gennaio 2015.
Avetta ha ricordato alcuni numeri che caratterizzano la realtà territoriale e l’impegno amministrativo attuale della Provincia di Torino: una popolazione di oltre 2 milioni e 200.000 abitanti, oltre 3.000 Km di strade (la gran parte dei quali in montagna e in collina), 160 edifici scolastici che ospitano circa 90.000 studenti. Le risorse investite nel 2013, malgrado i pesantissimi tagli operati dal Governo nazionale, ammontano a 100 milioni di Euro per la formazione professionale, 35 milioni per i trasporti, 10 milioni per le politiche del lavoro, 16 milioni per la manutenzione di strade ed edifici scolastici, 6 milioni per azioni di solidarietà sociale.
Il Vice-Presidente della Provincia di Torino ha proseguito approfondendo i punti enunciati nell’incipit. “Dobbiamo partire da un regolamento elettorale che si adatti alle esigenze del territorio. – ha spiegato Avetta – Occorre garantire la più ampia partecipazione al voto, in modo che i 18 Consiglieri rappresentino tutti”. L’equilibrio territoriale si potrà raggiungere anche attraverso lo Statuto, che consentirà di integrare le lacune e di correggere le criticità della Legge istitutiva. “La Città Metropolitana sarà un Ente nuovo, – ha concluso il Vice-Presidente Avetta – con funzioni nuove e innovative, ma forte della struttura e delle competenze della Provincia di Torino: una Città di Città, in cui i Comuni saranno i protagonisti della gestione dei servizi di area vasta”.
Il Sindaco Fassino ha sottolineato che inizia ora un percorso costituente. La nuova sfida per tutti è quella di riempire di contenuti e norme specifiche ciò che la LeggeDelrio non ha normato a sufficienza o ha lasciato in sospeso. “Il percorso, – ha ricordato Fassino – è scandito da una prima fase transitoria, con l’elezione, il 28 settembre, del Consiglio Metropolitano e con l’adozione dello Statuto entro fine anno. La scelta di dar vita alle Città Metropolitane e superare le Province è parte di un profondo riassetto dello Stato e della sua architettura istituzionale, scandito dalla revisione del Titolo V della Costituzione, dalla riforma parlamentare e da quella elettorale. La Città Metropolitana sarà una Città di Città, un’associazione di Comuni, che nascerà se la costruiamo tutti insieme con pari dignità, poiché proprio la LeggeDelrio riconosce la centralità istituzionale dei Comuni, pensati come cellula fondamentale dell’architettura istituzionale del Paese”. “Le Città Metropolitane, – ha proseguito il Sindaco di Torino e Presidente dell’ANCI – nascono per riorganizzare le grandi conurbazioni ed i territori che insistono su quelle aree. Nel 2070 il 75% della popolazione mondiale vivrà in città con oltre 300.000 abitanti; città che tendono ad estendersi territorialmente e demograficamente. I servizi, come i trasporti, la gestione dell’acqua e dei rifiuti, devono essere pensati per un’area metropolitana. Infatti avvertiamo tutti la necessità di costruire momenti di governance delle politiche che vadano al di là del singolo Comune. Occorre adeguare alla dimensione dei problemi la gestione dei servizi”. Fassino ha ricordato che questo è un processo già avviato in tutti i Paesi europei e che, per l’Italia, l’OCSE ha individuato 4 città metropolitane prioritarie: Roma, Milano, Napoli e Torino. “Le Città Metropolitane sono un adeguamento istituzionale ad un problema reale. – ha quindi ricordato Fassino – Ora occorre compiere tutti insieme un salto di qualità, dando pari dignità a tutti i Comuni. Non ha senso il timore che il capoluogo assorba competenze e risorse dagli altri Comuni, perché la legge non lo consente. La Città Metropolitana sarà un’associazione di Comuni, fondata sulla titolarità dei Comuni stessi. Il suo bilancio sarà distinto da quelli dei singoli Comuni ed il nuovo Ente erediterà la struttura amministrativa ed rapporti giuridici della Provincia”. “Ogni territorio ha la sua peculiarità. – ha riconosciuto Fassino – I nodi da affrontare sono innanzitutto la dimensione e la complessità territoriale. Per garantire la condivisione della governance, occorrerà creare una struttura in cui ciascun territorio si riconosca. Dovremo pensare ad un’area metropolitana articolata in una serie di Zone omogenee come, ad esempio la Valle di Susa, l’Eporediese, il Canavese, il Pinerolese, il Chierese, il Carmagnolese, ecc. Occorrerà poi una riflessione sulle materie attualmente delegate dalla Regione alle Province, per vedere se confermare o cambiare qualcosa nell’assetto attuale”. Il Sindaco di Torino ha inoltre posto l’accento sul testo dolente delle risorse: “Si è partiti da un presupposto, falso, per il quale le Province erano inutili. Il risultato è che rischiano di andare in default e di non riuscire a gestire la fase di transizione, sforando il Patto di Stabilità e consegnando alle Città Metropolitane una pesantissima eredità. In questa fase le Province non possono limitarsi ai soli obblighi inderogabili e indifferibili: occorre poter gestire le competenze ordinarie con le risorse che sono necessarie”. Inoltre il primo cittadino di Torino ha fatto notare che non basterà il Consiglio Metropolitano per gestire il nuovo Ente: occorrerà attribuire deleghe ai Consiglieri e si dovrà prevedere una forma di rappresentanza più estesa nelle Zone omogenee. La legge elettorale prevede il voto di lista, mentre, secondo Fassino, sarebbe più opportuno eleggere i Consiglieri per collegi, al fine di dare una maggiore rappresentanza a tutti i territori. Ma ciò richiede una variazione della legge. Bisognerà inoltre pensare la Città Metropolitana nella sua dimensione sociale e culturale, creando opportunità di relazione tra amministratori, cittadini e associazioni. Il Sindaco di Torino ha poi ricordato che si sta lavorando a definire il regolamento elettorale ed una bozza dello Statuto, mentre nel 2015 dovrà essere definito il Piano Triennale, sul modello del Piano Strategico della Città di Torino e in condivisione con le varie esigenze delle Zone omogenee. Occorrerà però, a giudizio di Fassino, verificare se le attuali dimensioni dei Comuni sono adeguate a gestire i servizi e a garantire il trasferimento di risorse e competenze dallo Stato e dalla Regione. E’ opportuno rafforzare le esperienze delle Unioni di Comuni, per riequilibrare il rapporto con il capoluogo, grazie ad una normativa nazionale che offra incentivi per le Unioni e le fusioni.
“A giorni partirà un tavolo di confronto con la Regione Piemonte”: lo ha assicurato il Vice-Presidente ed Assessore agli Enti Locali, Aldo Reschigna, che ha confermato il ruolo di rilievo per l Città Metropolitana nei rapporti con piazza Castello. “Insieme a voi Sindaci – ha detto tra l’altro Reschigna – stabiliremo le competenze della Città Metropolitana”.