IVREA – 24 milioni di euro cui vanno sommati i costi sostenuti per l’adeguamento delle infrastrutture provinciali (strade e ponti): questo il costo complessivo per le opere di messa in sicurezza del Nodo idraulico di Ivrea, realizzate dalla Provincia di Torino sin dal 2008 su deleghe della Regione e dell’Aipo.
L’ultimo intervento gestito dalla Provincia riguarda il completamento delle stazioni di sollevamento per le quali i lavori sono attualmente in corso e saranno completati prima dell’autunno prossimo.
È questo il bilancio tracciato, nella sala del Consiglio di Ivrea, dall’assessore al territorio e alla protezione civile della Provincia di Torino Alberto Avetta, cui hanno preso parte gli enti che a diverso titolo sono coinvolti nella difesa del suolo canavesano – Autorità di Bacino del Fiume Po, Agenzia Interregionale per il Po, Regione Piemonte, ARPA Piemonte, e i comuni di Ivrea, Montaldo Dora, Banchette, Fiorano, Lessolo, Romano Canavese, Pavone, Salerano e Samone.
«Siamo riusciti a trasformare in esperienza positiva la situazione drammatica dell’alluvione del 2000” ha detto Avetta “Per il futuro però la gestione delle opere sarà fondamentale: per questo è indispensabile che lo statuto della Città metropolitana preveda un pieno coinvolgimento di tutti i Comuni.»
L’occasione è stata la presentazione di un modello matematico per la simulazione degli eventi di piena del Nodo idraulico di IVrea, commissionato al professor Aronne Armanini, ordinario di Idraulica dell’Università di Trento. Armanini aveva già realizzato, su incarico della Provincia di Torino, un modello fisico del Nodo idraulico che spiegava il comportamento della Dora Baltea durante le piene eccezionali – come quelle verificatesi nel 1994 e nel 2000 – di supporto alla progettazione delle opere di messa in sicurezza.
Il modello matematico realizzato ora, tenendo conto delle opere di difesa realizzate, ha spiegato il professor Armanini, ha due funzioni complementari: da un lato la gestione del territorio e dall’altra l’individuazione di scenari di protezione civile: «È un modello operativo e flessibile, adeguabile alle trasformazioni del territorio future e in grado di essere facilmente calibrato sulla realtà» ha spiegato il professore.
«C’era la necessità di individuare uno strumento di controllo dei fenomeni di piena che consentisse da un lato di verificare la compatibilità idraulica delle opere realizzate» ha spiegato Sandro Petruzzi della Provincia di Torino, a nome del gruppo di lavoro interistituzionale che ha seguito tutte le problematiche e le fasi di progettazione delle opere del Nodo idraulico «e dall’altro di fornire informazioni necessarie per la gestione delle emergenze e delle connesse attività di protezione civile.»
Apr 05 2014
Si chiude oggi l’esercitazione sul Nodo Idraulico di Ivrea
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