TORINO – GUARDA IL VIDEO “Il mercato non si tocca“, “Il Comune ci farà morire di tasse e di politica”, “Caro Stato i cittadini e le imprese non sono dei bancomat”. Sono solo alcune delle scritte che, martedì mattina hanno accompagnato il corteo che da Porta Palazzo si è diretto a Porta Susa, con tappa davanti al Municipio di Torino, per dire “No” alla Tares, la tassa rifiuti imposta dal Comune, e per dire che così non va. È la protesta degli ambulanti a fare la cronaca di una giornata che ha visto i mercati della città svuotati delle tante bancarelle che quotidianamente li animano e che nata dal gruppo organizzato indipendente ha visto momenti di tensione tra gli stessi operatori del settore, per un’organizzazione che è venuta in qualche modo a mancare. È il caso, ad esempio, del mercato della Crocetta obbligato a smantellare i propri banchi. Tutti concordi in un’azione di massa, perché l’unione fa la forza, ma la critica è rivolta ad una scarsa rappresentatività, scarsa tutela, alla necessità di maggiore organizzazione su come portare avanti la propria “lotta”. Una lotta giusta per chi di botto si trova a dover pagare molto di più. Ed i costi dell’immondizia parlano chiaro: a Torino 37.85 euro al mq, contro i 14.44 di Milano ed i 12.84 di Bologna. «I più cari non solo d’Italia – sottolinea un commerciante – anzi di tutta Europa» e tra gli striscioni c’è quello che recita “Il Comune di Torino ci sta impoverendo per tappare i suoi enormi buchi”. Fulcro della protesta la Stazione di Torino Porta Susa con l’occupazione ad oltranza dei binari di un nodo strategico per la viabilità regionale e l’alta velocità ferroviaria, che ha causato disagi e disapprovazione, con treni fermi o in ritardo e linee bus in sostituzione degli stessi. L’intenzione da parte dei manifestanti di non muoversi finchè il Sindaco non si fosse presentato; poi la decisione di liberare le linee su sollecitazione di un rappresentante del Comitato dei Pendolari, mentre le Forze dell’Ordine presidiavano l’entrata. Mercoledì il lavoro è ripreso regolarmente ma l’intenzione è quella di non mollare. Ora si attendono le prossime mosse ma il malcontento è tangibile: «A Torino Sindaco e Giunta permettono di spendere 5 milioni di euro per il campo nomadi di Lungo Stura Lazio – si torna a leggere su di un cartello – Per la pulizia delle nostre scuole hanno ridotto enormemente i fondi: i bambini studieranno nello sporco. Sindaco, Giunta, Vergogna!»
LA CRONACA DELLA GIORNATA
Mercati deserti martedì mattina per la protesta degli ambulanti contro la Tares e manifestazione prima per le vie del centro città, poi davanti al Municipio ed infine alla stazione di Torino Porta Susa dove si sono verificate anche alcune tensioni con le forze dell’ordine. Alcune centinaia di ambulanti hanno infatti occupato i binari della stazione dalle 11.40 alle 16.10, interrompendo di fatto le linee per Milano. Il presidio si è poi spostato nell’atrio della stazione.
Sono stati 88, in tutto, i treni che hanno registrato ritardi e cancellazioni. Coinvolte le linee Torino-Milano (tradizionale e Alta Velocità), SFM 4 (Torino–Bra), SFM 2 (Chivasso–Pinerolo) e SFM 1 (Pont-Rivarolo–Chieri). I treni ad Alta Velocità hanno fatto capolinea nella stazione di Torino Stura mentre i treni regionali a Torino Lingotto.
«Ancora una volta le preoccupazioni di una intera categoria non solo sono state stravolte e strumentalizzate, ma sono stati messi in atto comportamenti inaccettabili.» Così si esprime Stefano Papini, presidente di Confesercenti, a proposito della protesta sulla Tares a Torino.
«Il diritto a manifestare – continua Papini – non può impedire il lavoro altrui. Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte di ambulanti ai quali è stato impedito di piazzare il banco o che – avendolo piazzato – sono stati costretti a interrompere la loro attività. Il tutto basato sullo strano “principio” per il quale ‘era in corso uno sciopero e ad esso bisogna per forza aderire’. Abbiamo avuto segnalazione di episodi simili dai mercati Crocetta, Santa Rita, Bengasi, Brunelleschi, Racconigi e Chieti. Non possiamo che condannare risolutamente fatti del genere che mettono in gioco i diritti dei singoli sia come operatori, sia come cittadini, dal momento che poi la protesta si è spostata alla stazione di Porta Susa, compromettendone l’attività.»
«Non si tratta in questa sede di entrare nel merito della questione Tares, rispetto alla quale la posizione di Confesercenti è stata più volte ribadita: il comune non applichi la Tares e si ritorni alle vecchie tariffe Tarsu. Si tratta invece di constatare – conclude Papini – che il verificarsi di comportamenti intimidatori squalifica in partenza ogni possibile buona ragione.»