IVREA – A chi serve una campagna di stampa denigratoria nei confronti del complesso La Serra di Ivrea?
Certo non ai proprietari dell’immobile, che negli anni hanno acquistato i piccoli appartamenti all’interno di quello che è un vero monumento dell’architettura olivettiana, ex albergo dalla forma di macchina da scrivere. Certo non alle attività presenti all’interno come la piscina, che anzi subisce un danno. E nemmeno a Effetto Serra, la società che gestisce il piano terra ed il piano interrato della struttura con il bar e la sala congressi che funziona anche da cinema. Ma soprattutto non alla città che dovrebbe vedere nel centro un proprio fiore all’occhiello.
Eppure, da mesi, il complesso La Serra è al centro di articoli giornalistici che prefigurano uno scenario apocalittico: da una parte il fallimento, dall’altra le cattive condizioni della struttura, con la sporcizia nell’accesso privato, i muri ricoperti di scritte ed i giovani che utilizzano le barriere come palestra di Parkour.
Contro questa vera e propria campagna denigratoria reagiscono i proprietari, che nella giornata di ieri hanno indetto una conferenza stampa per fare il punto della situazione.
Intanto il fallimento: nel corso degli ultimi mesi il rischio è stato più volte sottolineato ed anche il fatto che a salvare il complesso potrebbe essere solamente l’Aeg, la società di distribuzione del gas. Parole confermate, in articoli giornalistici, anche dal Sindaco Carlo Della Pepa.
«Ma Aeg – dice Daniele Gismondi, rappresentante della società che gestisce la piscina – è socia al 30 per cento di una società proprietaria del 15 per cento dello stabile. Se esistono dei problemi a Effetto Serra, questi non devono essere allargati a tutto il complesso. La Serra è stata già salvata una volta dai piccoli proprietari che hanno acquistato gli alloggi, con investimenti importanti nel corso degli anni, che continuano tuttora.»
Effetto Serra, per bocca di Marco Salvato, amministratore straordinario della società dopo le dimissioni dell’ultimo CdA, «non ha problemi economici, anche se la società vive una contrazione finanziaria». Piuttosto Aeg avrebbe l’intenzione di acquisire il 51% della proprietà, e nel frattempo sta ancora ragionando sul relativo progetto tuttora non delineato. Ma entro fine mese dovrebbe decidere se fare oppure no l’investimento. Certo se non dovesse essere nominato il nuovo CdA la società si troverebbe in una situazione di vuoto gestionale e Salvato potrebbe essere costretto a portare i libri in Tribunale.
Ma di qui a parlare di fallimento dell’intera struttura ce ne passa.
Per Salvato le cose da fare sono chiare: i proprietari devono essere uniti e si deve aprire un tavolo con le istituzioni.
E qui si apre il capitolo dei rapporti con il Comune, al quale i proprietari certo non chiedono risorse economiche, ma interesse e collaborazione per risolvere i problemi esistenti.
Intanto i resti archeologici della Serra, costruita su un’area che presenta ben più di una traccia risalente all’80 avanti Cristo. Resti in parte visibili all’interno della struttura. In passato è stato presentato al Comune un progetto di visita che però è rimasto lettera morta.
Poi i problemi più evidenti.
La sporcizia lungo la zona del cortile e del parcheggio, dovuta a chi li usa come scorciatoia per il centro e butta i propri rifiuti. Una soluzione immediata sarebbe la chiusura dello spazio, eliminando la possibilità di utilizzo per il pubblico. Ma potrebbero bastare maggiori controlli da parte del comune.
Le scritte ed i graffiti sui muri. I condomini hanno provato a ridipingere parti dei muri perimetrali, ma dopo poche ore e le scritte erano ricomparse. Anche qui servirebbe un aumento della vigilanza per scoraggiare i graffittari.
Ancora il “Parkour”: il Comune ha realizzato nei giardini Giusiana strutture adatte per questo sport. Ma i giovani preferiscono utilizzare l’edificio per saltare e arrampicarsi, provocando dei danni. E lo fanno soprattutto nell’area esterna alla Sala Cupola, che peraltro è di proprietà del Comune.
Infine il parcheggio davanti all’edifico e a volte alche nelle aiuole verdi. Anche per questo problema sarebbe utile l’intervento del Comune.
Insomma non serve “salvare” La Serra, serve un impegno di tutti per dare maggiore dignità ad un edificio che è un simbolo della Olivetti. Diversamente non si parli di valorizzazione turistica della città di Ivrea: chi si dirige in via Palestro dovrebbe vedere nel complesso la testimonianza di un passato moderno, una testimonianza del pensiero e della filosofia olivettiana.
A meno che non ci sia l’interesse a lasciare andare le cose in questo modo per poi occuparsene in un secondo tempo.
Mario Damasio
Set 18 2013
La Serra non rischia di fallire!
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