TORINO – «Credo che siano doverose alcune puntualizzazioni sull’accordo siglato a Ferrara circa il futuro di Berco. La Regione Piemonte non era a conoscenza dell’incontro avvenuto in Emilia Romagna. Una riunione che ha prodotto un accordo che oggi si vorrebbe trasformare in nazionale, di fatto tagliando fuori il sito produttivo di Busano senza coinvolgere le Istituzioni locali. Questa è una modalità di trattativa che non possiamo accettare perché di fatto sancisce che esistano lavoratori di serie A e di serie B; senza soffermarsi adeguatamente sul possibile futuro del sito piemontese.»
A sostenerlo Claudia Porchietto, assessore al Lavoro della Regione Piemonte.
«Mercoledì mattina sarò a Roma sul tavolo ministeriale – spiega l’esponente della Giunta Cota – e chiederò di approfondire la discussione con l’azienda. Inoltre ribadirò come questo accordo non tutela in modo sufficiente i lavoratori piemontesi, in particolare laddove parla di reindustrializzazione del sito. È necessario che tutti, e ripeto tutti, i lavoratori siano tutelati in modo adeguato. In particolare chiederò che si prospetti con dovuta chiarezza un futuro per il sito di Busano.»
La nota di Porchietto segue quella del Consigliere regionale Monica Cerutti di Sel secondo la quale «il Piemonte pagherà un prezzo salatissimo per questa scellerata decisione perché i 100 dipendenti di Busano Canavese rimarranno tutti a casa a causa della chiusura dello stabilimento. Le istituzioni non possono rimanere zitti davanti a questa catastrofe, dobbiamo sollevare la testa e dire no. I lavoratori non devono essere lasciati soli. La Regione deve valutare i danni che il nostro territorio subirà tenendo conto anche delle difficoltà che sarà costretto a subire anche tutto l’indotto. Quale sarà il futuro del sistema siderurgico in Piemonte? Le istituzioni agiscano con tutte le modalità a loro disposizione per bloccare il ricatto della Berco.»
Ago 06 2013
Berco: per Porchietto “non possono esistere lavoratori di serie B”
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