TORINO – Una giornata “storica” per gli enti locali. Era dal 2007 che i Comuni non presentavano una loro Proposta di legge in Consiglio regionale, possibilità prevista dallo Statuto. In Sala Viglione i sindaci di Canosio, Ostana, Druogno, Alpette e Pomaretto hanno illustrato l’articolato che prevede la modifica del sistema di elezione del presidente e della Giunta regionale. Un testo elaborato con l’Uncem Piemonte, le associazioni Alte Terre e Dislivelli, il supporto tecnico del CSI Piemonte e giuridico dell’Ufficio legislativo del Consiglio. «Senza dubbio – spiega il Sindaco di Canosio Roberto Colombero, vice Presidente del Consiglio delle Autonomie locali – i piccoli Comuni sono protagonisti di un evento istituzionale senza precedenti. Gli amministratori si fanno portavoce dei loro territori, non solo montani, chiedendo un sistema di elezione dei Consiglieri regionali che possa rispettare le aree deboli, marginali, dove le regole dei numeri sono state finora drammaticamente penalizzanti. Abbiamo fatto la nostra parte e la proposta di istituire 50 collegi uninominali per l’elezione dei Consiglieri è moderna e guarda al futuro. Confidiamo nella lungimiranza dei Consiglieri, affinché tengano in considerazione le voci dei territori. Ascoltino la nostra richiesta di rappresentanza. Non siamo chiusi alle modifiche del testo, siamo pronti al dialogo, al confronto.» Con una certezza, secondo il vice Sindaco di Druogno e Presidente della Comunità montana Valli dell’Ossola Giovanni Francini, che viene dai Padri Costituenti e da altri grandi Statisti del ‘900: «Il territorio deve essere importante come i suoi abitanti. La nostra proposta di legge in questo è all’avanguardia. Finora non ci siamo preoccupati del territorio, ma solo degli individui e delle somme delle loro preferenze. Così abbiamo avuto storture e squilibri nella rappresentanza. Facciamo in modo che sia corretta questa spirale in cui siamo caduti.»
Silvio Varetto, sindaco di Alpette: «Nei nostri Consigli comunali, sappiamo bene quanto sia importante rappresentare tutte le frazioni. E così, questa regola sussidiaria e responsabile, deve essere di esempio per la costruzione della nuova legge elettorale regionale. Tutti i territori, anche i più marginali devono essere rappresentati. Devono avere la certezza di continuità della rappresentanza. Le preferenze continueranno a privilegiare i grandi numeri, le logiche delle aree urbane, le lobby e le forze estranee ai territori con bassa densità di popolazione come le aree rurali e montane. Invertiamo una volta per tutte questo meccanismo.»
«I Comuni – ha proseguito il primo cittadino di Pomaretto Danilo Breusa – hanno fatto la loro parte. E l’evento di oggi per noi è storico. Invitiamo tutti i Consigli comunali piemontesi a sostenere la nostra proposta. Il territorio può tornare a votare.»
Dall’Uncem, il presidente Lido Riba non ha dubbi: «Basterebbe seguire l’esempio degli Usa, dove ogni Stato indipendentemente dal numero di abitanti elegge due Senatori. Nella proposta di legge elettorale regionale lanciata dai Comuni abbiamo adottato il principio del Mattarellum, in particolare per i collegi della città di Torino. Faccio appello a tutti i Consiglieri regionali affinché non abbandonino questa proposta. Non abbiamo fatto una legge per la montagna, bensì per tutto il Piemonte. La modernizzazione della nostra Regione può partire proprio da una efficace ed equa rappresentanza territoriale.»
Giu 26 2013
5 comuni presentano in Consiglio Regionale una proposta di legge elettorale regionale
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