Don Ciotti chiude la 9^ edizione del Testimone ai Testimoni (Guarda il video)

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IVREA
– «Voi siete piccoli ma crescerete, i vostri genitori, i vostri insegnanti, vi insegneranno a scoprire giorno per giorno di essere attenti a coloro che spendono la propria vita solo per se stessi, incapaci di guardarsi dentro e di guardarsi attorno; oggi noi, qui con forza sottolineiamo l’importanza di spendere parte della propria vita per la vita nostra e quella degli altri. Sono tante le persone che spendono la vita per la propria sicurezza, il proprio benessere, ed interesse, ma invece è possibile spendere l’io per la vita, e non la vita per il proprio io.»
Con questo messaggio è tornato ieri ad Ivrea Don Luigi Ciotti nella giornata conclusiva della IX edizione del progetto “Il testimone ai testimoni: percorso educativo-sportivo per la legalità”, organizzato dall’omonima associazione onlus, in collaborazione con il Tennis Club Ivrea e l’Associazione Libera. Un’edizione a rischio di chiusura a seguito della crisi. Da qui l’appello lanciato lo scorso anno a sostegno dell’iniziativa che, nonostante le previsioni di taglio molto pesanti, ha saputo crescere coinvolgendo 29 comuni  tra incontri culturali ed attività sportive, per un totale di 14.625 bambini: 3.115 in più rispetto allo scorso anno.
«Abbiamo incontrato molti amici in ambito sia pubblico che privato, che hanno deciso di accompagnarci in questo percorso – ha commentato Andrea Sicco, Presidente dell’Associazione  “Il testimone ai testimoni” –  e circa il futuro del progetto non mancano rassicurazioni. Anche il Ministero della Pubblica Istruzione ci sarà vicino concretamente in termini economici e di sviluppo, riconoscendo l’unicità della manifestazione. Un progetto che non si terrà solo più qui ma anche in altre zone di Italia. Altro fronte positivo è rappresentato dal Coni, che grazie all’interessamento del suo presidente ha promesso la sua vicinanza già dalla prossima edizione.» Ma sono tanti i nuovi “sponsor” che credono nell’iniziativa. Tra questi la Fondazione Guelpa, l’Aeg, il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Canavese, l’Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte, Casa Insieme di Salerano e tanti altri ancora. Ventotto le iniziative sportive e culturali che hanno caratterizzato l’edizione 2012/2013: dalla cerimonia ufficiale di consegna della nuova fiaccola, agli spettacoli teatrali, il tutto attraverso un susseguirsi di  incontri con le scuole, proiezioni di film, attività sportive. Sul tavolo dei relatori, accanto a don Luigi Ciotti e Andrea Sicco, anche Vittorio Crotta, direttore tecnico del progetto, ed il Sindaco Carlo Della Pepa a ricordare, quest’ultimo, come un anno fa si fosse impegnato a non lasciare la manifestazione da sola, pur non potendo farsi carico di impegni e collaborazioni venute meno da altre realtà. Da qui la necessità di trovare compagni di viaggio che potessero aiutare la manifestazione a proseguire nel suo cammino. «Esperienze come “Il testimone ai testimoni” credo debbano mettere le loro radici nel nostro territorio per crescere come scuola che deve essere una priorità nelle attenzioni di chi governa una città, per crescere nei Comuni con cui condividere le scelte nella legalità, per crescere come società solidale. Questo è l’unico modo che abbiamo – ha evidenziato il primo cittadino – per superare questo momento di crisi per ritrovarci tutti più ricchi perché più solidali tra noi.» L’invito, dunque, a mettere ognuno le proprie competenze a disposizione degli altri per aiutare il territorio: «Quello che facciamo – ha concluso – non lo facciamo per noi stessi, ma per la società in cui viviamo.»
Nel ricordo di Vittorio Crotta, un grande campione olimpico che da poco ci ha lasciati, Pietro Mennea, che ha fatto della sua attività, un grande esempio di serietà, continuità, frutto di forti sacrifici. Ad echeggiare in Sala Santa Marta alcune delle sue citazione e quel suo monito “Quel che conta davvero non è vincere nello sport, ma vincere nella vita” capace di giungere al cuore.
Eppure le considerazioni avanzate da don Ciotti hanno un retrogusto amaro. «Mentre negli ultimi anni in Italia si parla molto di legalità, al tempo stesso è cresciuta l’illegalità – ha sottolineato – e questo è il dato su cui riflettere. C’è un furto della legalità, perché c’è un furto delle parole. A parole sono tutti bravi; chi non parla di legalità, giustizia, libertà, dignità umana, pace; una marea di gente ne parla scegliendo però la legalità malleabile, la legalità sostenibile: se conviene rispetta le regole, altrimenti no.» Poi uno sguardo alle politiche sociali, ai servizi alle persone, diventati per don Ciotti «l’ultima ruota del carro delle politiche de nostro paese»; uno sguardo a quei 9 milioni di povertà relativa e 4 milioni di povertà assoluta, che ha raggiunto l’Italia, che conta ancora ben 6 milioni di persone analfabete, senza contare che siamo agli ultimi posti per la dispersione scolastica. Dall’uccisione 30 anni fa del Procuratore Bruno Caccia, al processo “Minotauro” contro gli uomini dell’ndrangheta calabrese, che coinvolge anche il Canavese, per dire: «Abbiamo la memoria corta. Dobbiamo non essere cittadini ad intermittenza; essere cittadini vuole dire dare continuità al nostro impegno.» Poi quel suo «innamoratevi della vita, ne vale la pena» che don Ciotti ha lasciato ai tanti ragazzi che di quella stessa vita rappresentano il futuro nella legalità.

Tanti i momenti carichi di emozione a caratterizzare la mattinata di ieri, giornata conclusiva del progetto il Testimone ai testimoni. «Riempite di vita la vita» disse loro don Ciotti lo scorso anno, e loro piazza Ottinetti hanno saputo “illuminarla” indossando magliette colorate, sotto le quali battevano emozioni, sentimenti, a corollare un percorso che li ha visti protagonisti. Aperta da rappresentanze di tutte le forze dell’ordine la Staffetta dei diritti, della legalità e della pace, a cui ha fatto seguito il passaggio del testimone (rappresentato dalla fiaccola del progetto realizzata dall’artista Antonio Bencich), tra la scuola media di Banchette e la scuola Fiorana di Ivrea, vincitrice del concorso creativo edizione 2012/2013, con la premiazione dello stesso. Nove edizioni che hanno saputo riunire attorno a sè circa 115mila partecipanti per un progetto unico nel suo genere. Ed un grazie don Ciotti ha voluto rivolgerlo a Vittorio Crotta, una vita spesa per lo sport, fatta di grandi esperienze, accompagnando grandi campioni: ma il suo sogno era quello di realizzare qualcosa per i ragazzi, costruire un percorso che permettesse ai ragazzi più piccoli di avere accesso alla pratica sportiva. «Quel sogno – ha detto don Ciotti – si è realizzato e il prossimo anno compie 10 anni: Ivrea sia orgogliosa di questa persona.» In Santa Marta una targa ricordo è stata consegnata dall’organizzazione al Gruppo Sportivo Interforze, mentre a don Ciotti l’artista Antonio Bencich ha donato una sua opera. A concludere l’incontro l’assegnazione del premio “Campione nella vita” a Carlo Airoldi, nato ad Ivrea nel 1935. Diplomato all’Isef di Torino Carlo Airoldi ha insegnato dal 1961 al 1995, ed è stato tra i promotori della nascita del liceo sperimentale nel 1974. Per molti anni vice Preside del liceo scientifico “Gramsci” di Ivrea, ha contemporaneamente svolto l’attività di allenatore di Basket e dell’Atletica Ivrea. Al raggiungimento della pensione ha proseguito il suo impegno per la diffusione dello sport, prima nella società calcistica di Bollengo, poi in quella di Montalto Dora; è inoltre membro del Panathlon International di Ivrea. A lui il premio 2013 “Campioni nella vita” per avere contribuito in maniera significativa alla diffusione della cultura dello sport fra i giovani.
Karen Orfanelli

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