Berco di Busano a rischio chiusura: intervento di Franco Papotti

BUSANO – È di questi giorni la notizia secondo cui le sorti dello stabilimento di Busano della Berco, azienda di stampaggio a caldo del gruppo Thyssenkrupp, appaiono a tinte fosche.
Legati al futuro del gruppo industriale, che ha la sua principale sede a Copparo (Ferrara), vi sono al momento tra i 700 e gli 800 posti di lavoro (sui circa 3.000 dipendenti impiegati nelle sedi di Copparo, Busano e Castelfranco Veneto). In particolare, per quanto riguarda specificatamente la sede di Busano, sono a rischio tutti i cento lavoratori impiegati presso lo stabilimento.
Per queste ragioni Franco Papotti (Capogruppo FDI in Consiglio Provinciale) ha presentato un quesito a risposta immediata in Consiglio Provinciale con cui chiede di conoscere quali interventi in tema di politiche del lavoro la Provincia intenda porre urgentemente e concretamente in atto al fine di tutelare il futuro professionale ed il destino dei lavoratori Berco dello stabilimento di Busano.
Franco Papotti in merito dichiara: «Già tre anni fa il gruppo industriale Berco aveva paventato l’ipotesi della chiusura dello stabilimento di Busano, dove ad oggi lavorano un centinaio di persone. La questione, in allora rientrata, torna purtroppo di attualità poiché si ipotizza una cessione ma senza che vi siano manifestazioni di interesse all’acquisto dello stabilimento medesimo da parte di terzi imprenditori. Ora, poiché alla fine del corrente mese di aprile scade la cassa integrazione, siamo di fronte ad una realtà drammatica per cui tutti i dipendenti dello stabilimento di Busano rischiano in concreto di rimanere senza lavoro e senza la copertura degli ammortizzatori sociali.»
Per queste ragioni Papotti ha presentato un quesito a risposta immediata in Consiglio Provinciale: «Non è il momento di temporeggiare, la Provincia deve assolutamente intervenire a tutela dei lavoratori con una politica seria e concreta basata innanzitutto sulla tutela di tutti gli attuali posti di lavoro e, quindi, se diventerà necessario, sul ricorso agli ammortizzatori sociali e su progetti veri tesi al reinserimento nel mercato del lavoro di tutti coloro che a maggio dovessero rimanere senza occupazione.»