Cosa sono i reni?
I reni sono due organi posti nell’addome, grandi come un pugno; ognuno è collegato alla vescica da un uretere. Il sangue è fornito da un’arteria principale che si divide in rami sempre più piccoli fino a sfioccarsi nei glomeruli, che costituiscono il sistema di filtrazione. A ogni battito del cuore circa 1/5 del sangue mandato in circolo passa nei reni. Nell’uomo sano vi sono in ciascun rene circa un milione di nefroni, formati dal glomerulo e dal tubulo, che costituiscono le unità funzionali.
Il glomerulo funziona come un setaccio, che lascia passare acqua e soluti, trattenendo le proteine del sangue e la sua parte corpuscolata (globuli rossi, bianchi e piastrine); circa il 99% del liquido filtrato dal glomerulo (cosiddetto filtrato glomerulare) viene riassorbito dal tubulo, che ricupera gran parte delle sostanze utili che erano state filtrate, e lascia eliminare, aggiungendone con fenomeni di escrezione attiva, quelle inutili o dannose.
A cosa servono i reni?
I reni svolgono funzioni complesse quali:
– la eliminazione di scorie del metabolismo e di numerosi farmaci
– il mantenimento in perfetto equilibrio del patrimonio di acqua, acidi, bicarbonati e sali quali sodio, potassio, calcio, fosforo, cloro, magnesio, essenziali per la vita
-la produzione di alcuni ormoni come l’eritropoietina, che stimola la formazione di globuli rossi da parte del midollo, la renina e le prostaglandine, che intervengono nella regolazione della pressione
arteriosa, la forma attiva della vitamina D, essenziale per l’assorbimento intestinale di calcio e per la calcificazione ossea.
Che cos’è e come si definisce l’insufficienza renale cronica?
L’insufficienza renale è caratterizzata da una perdita permanente della funzione renale che ha come conseguenza l’incapacità del rene di assicurare una normale eliminazione di scorie, di mantenere costante e normale la composizione dei liquidi dell’organismo e di svolgere la sua attività endocrina.
Un’insufficienza renale può instaurarsi acutamente, in poche ore o pochi giorni (danno renale acuto), in seguito a numerose malattie renali acute primitive o secondarie, a shock, a disidratazione, ad un’esposizione a tossici o a farmaci nefrotossici, ed in corso di complicanze della gravidanza. Generalmente è reversibile, anche se non sempre completamente.
L’insufficienza renale cronica, affezione a cui è dedicata la Giornata Mondiale del Rene, è invece secondaria a malattie renali croniche che spesso evolvono nel corso di anni. E’ tendenzialmente progressiva, ma la si può arrestare, e in qualche caso persino far andare in remissione. In genere -esistono purtroppo anche forme ad evoluzione rapidissima – si instaura lentamente e progressivamente. Il quadro clinico conclamato si manifesta solo in fase tardiva, prima di tutto in quanto la funzione renale è molto sovradimensionata rispetto alle necessità della vita quotidiana, così che può essere fortemente ridotta prima che si verifichino delle conseguenze importanti; in secondo luogo in quanto il maggior lavoro dei nefroni ancora funzionanti funge spesso da compensazione.
Inoltre il fatto che la grande maggioranza delle malattie renali non provoca dolori fa sì che la compromissione della funzione dei reni rischi di passare anche per parecchio tempo inosservata, cosa che spiega anche come queste malattie possano evolvere indisturbate (non per nulla parliamo delle nefropatie come di silent killer, assassini silenziosi).
I segni clinici diventano evidenti solo quando la funzione renale è molto diminuita, in genere a meno di un terzo dei suoi livelli normali, ed a questo punto può essere tardi per adottare provvedimenti decisivi. I sintomi rivelano allora la compromissione secondaria all’insufficienza renale della maggior parte degli organi e degli apparati. Ecco i segni più comuni: anemia, stanchezza, edemi, disturbi gastrointestinali, disturbi dell’attenzione, sonnolenza, fiato corto o “mancanza di fiato”, disturbi ormonali, aumento della pressione arteriosa e difficoltà crescente a tenerla controllata.
Inoltre, la disfunzione renale aumenta il rischio di un incidente cardiovascolare non solo nei diabetici e negli ipertesi, ma anche indipendentemente dalla presenza di diabete e di ipertensione arteriosa: molti nefropatici muoiono per un incidente cardiovascolare prima di arrivare alla dialisi.
Quindi, “cuore e reni”: proteggere i reni è un’importante strategia che può in molti casi salvare il cuore?
È uno dei messaggi diffusi quest’anno in occasione della Giornata Mondiale del rene 2013. Morbilità e mortalità cardiovascolare e danno renale sono strettamente correlati. Questa relazione esiste indipendentemente dal fatto che l’evento iniziale sia renale o cardiaco. Bisogna anche da ricordare che alcune malattie, come l’ipertensione arteriosa e il diabete, possono causare entrambe le patologie. Chi ha una malattia renale deve quindi occuparsi anche del proprio cuore. Chi ha una cardiopatia o una vasculopatia non può dimenticare che spesso i reni sono anch’essi ammalati, facilmente in modo silenzioso.
L’insufficienza renale ha altre conseguenze?
La capacità dei reni ammalati di eliminare medicamenti e sostanze tossiche è ridotta e, contemporaneamente, è acuita la loro sensibilità a parecchi tossici e farmaci che possono ulteriormente peggiorarne la funzione, accumulandosi nell’organismo.
Gli esempi non mancano. Alcuni antibiotici sono eliminati in gran parte dai reni e, quando la funzione renale è diminuita, possono raggiungere concentrazioni pericolose, se non viene fatta un’opportuna riduzione delle loro dosi.
Gli antiinfiammatori non steroidei, così utili nelle artropatie e nel trattamento del dolore, possono peggiorare ulteriormente una funzione renale già compromessa.
Gli ipotensivi del gruppo degli ACE inibitori (ad esempio l’enalapril, il lisinopril, il ramipril per citarne solo alcuni tra quelli di più largo impiego) e del gruppo degli antagonisti recettoriali (i sartanici), che associano all’azione ipotensiva uno straordinario effetto reno-protettore e cardio-protettore possono, se l’insufficienza renale è molto avanzata, modificare negativamente la funzione renale, anche se non in modo irreversibile.
In questa “lista nera” non mancano farmaci in vendita senza prescrizione medica. Un esempio per tutti: in presenza di insufficienza renale avanzata, l’uso prolungato del gel di alluminio contenuto in molti antiacidi può causare un pericoloso accumulo di questo metallo nel cervello e nell’osso.
Né possiamo dimenticare che i mezzi di contrasto usati per le angiografie e le tomografie assiali computerizzate (TC) possono avere effetti disastrosi per le persone con creatininemia elevata; anche il mezzo di contrasto usato per la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) può causare danni temibili a chi abbia una funzione renale ridotta a meno di un terzo della norma.
Che tanti farmaci possano influire negativamente in chi ha i reni ammalati e come abbiamo sottolineato, non sempre ne è consapevole, è un motivo in più per controllare questi organi.
Quali sono le malattie renali più comuni?
L’insufficienza renale cronica può essere causata da differenti affezioni.
Prima di tutto dall’ipertensione arteriosa non curata o curata solo in modo incompleto (vedi le regole per proteggere i reni) e dal diabete (ricordiamoci che, nel mondo, il 70% dei pazienti in dialisi sono ipertesi e diabetici).
Seguono per frequenza le glomerulonefriti, le nefropatie interstiziali talora infettive o più spesso secondarie ad ostruzione delle vie urinarie (ad esempio da calcolosi renale, da ipertrofia prostatica), o ad un uso inappropriato di farmaci ed a malattie renali ereditarie, come la nefropatia policistica.
Che cosa possiamo fare per una prevenzione e per una diagnosi precoce delle malattie renali?
Come già ricordato, la maggior parte delle malattie renali si manifesta subdolamente e si può comportare come un “killer silenzioso”, evolvendo per anni senza sintomi; quando gli effetti si rivelano, può essere tardi per adottare provvedimenti decisivi.
L’attenzione nei confronti di queste malattie è dettata dall’esigenza di prevenire l’insufficienza renale cronica e anche di ridurre il rischio cardiovascolare, che aumenta sensibilmente già in presenza di un’insufficienza renale lieve, con un incremento della mortalità per cause vascolari che va da 3-4 volte nei pazienti con creatinina ematica 1.5-2 mg/dl (valori normali inferiori a 1,2 mg/dl) fino a 20-500 volte nei pazienti in dialisi. Ribadiamo qui che, se la diagnosi è precoce, le cure possono essere molto efficaci. Una guarigione è possibile; in ogni caso l’evoluzione della malattia può essere sensibilmente rallentata.
Come i medici giungano oggi ad una diagnosi precoce è descritto in questo inserto nell’articolo la diagnosi precoce delle malattie renali nel 2013.
Prima dell’intervento del medico è però necessaria l’attenzione di ognuno di noi ai segni che possono suggerire la presenza di un danno renale e, ancor prima, alla condizioni di rischio per la sua comparsa.
Che cosa tutti dobbiamo fare per scoprite in tempo il danno renale?
Innanzitutto bisogna stare attenti ad alcuni segni particolari che ne possono indicare la comparsa.
Fra i principali:
a) Emissione di urine di colore scuro o rosso vivo, o maleodoranti; anche la presenza di “schiuma” può essere indice di anormalità
b) Presenza di diuresi abbondante, specialmente nelle ore notturne
c) Edemi agli arti inferiori o diffusi al volto, alle mani
d) Aumento dei valori della pressione arteriosa oltre i valori
di normalità
e) Dolori in sede lombare (sino a vere e proprie coliche), senso di
peso in sede renale (non riferibile a lombosciatalgia)
e) Anemia, stanchezza
f) Bruciori ad urinare, febbre (specie se con brividi), necessità di
minzioni frequenti
Quali sono le principali condizioni di rischio di sviluppare una malattia renale?
– oltre 65 anni di età
– Presenza di un consanguineo con una malattia renale
– Precedenti malattie renali o urologiche, infettive, calcolotiche o neoplastiche
– Ipertensione arteriosa
– diabete
– obesità e sindrome dismetabolica
– uso prolungato di farmaci nefrotossici senza controllo medico, specialmente antinfiammatori non steroidei o litio
– ipercolesterolemia grave
– malattie autoimmuni (Lupus, artrite reumatoide etc)
– Cardiopatia
– Aterosclerosi periferica (ad esempio delle arterie delle gambe), coronarica e cerebrale
– Ostruzione urinaria (ad esempio da ipertrofia prostatica di grado elevato) e malattia da reflusso vescico-ureterale
– Calcolosi renale
– Fumo di tabacco
– Neoplasie
– infezioni urinarie ricorrenti
– Infezioni croniche di altri organi e apparati
In tutte queste condizioni una visita medica, un controllo della pressione arteriosa, un esame delle urine ed un semplice esame del sangue (controllo della creatinina ematica) possono tranquillizzare sulla salute dei reni o consentire di scoprire una malattia renale.
Nei soggetti a rischio, se il controllo è negativo, è consigliabile ripeterlo una volta all’anno.