Saitta: “Si chiude un anno di ritorno al centralismo statale e regionale”

La Provincia di Torino aspetta dallo Stato pagamenti per 106 milioni di euro in spesa corrente e 5 milioni in spese di investimento: lo ha denunciato il Presidente Saitta, nel corso della conferenza stampa di fine anno. «È ancora maggiore la cifra attesa dalla Regione Piemonte. – ha sottolineato Saitta – Attendiamo 160 milioni in spesa corrente e 20 in spese di investimento. Il quadro dei crediti, insieme a quello dei tagli dà il senso di un vero e proprio ritorno al centralismo statale e regionale che ha caratterizzato l’anno 2012.» 
Sul versante delle spese di investimento, la situazione ed i vincoli del Patto di Stabilità hanno determinato di fatto un rallentamento nei pagamenti a favore degli appaltatori di lavori pubblici. Se si confronta il 2009 con l’anno che si sta concludendo,  la Provincia di Torino ha perso circa 70 milioni di euro in termini di concreta possibilità di pagare le ditte che hanno lavorato per l’ente. Se si aggiungono i tagli che aggravano il raffronto tra i due anni presi a confronto, si registra una riduzione della potenzialità di spesa per  lavori pubblici di circa 100 milioni di euro. Nonostante queste difficoltà, la Provincia di Torino ha fatto affluire (grazie anche alla regionalizzazione del Patto di stabilità concordata con piazza Castello) oltre 46 milioni di euro di liquidità nel settore delle spese di investimento per lavori pubblici, di cui 2 milioni e mezzo grazie ad operazioni di cessione del credito pro soluto solo nella prima metà del 2012.
Il Presidente della Provincia di Torino ha ricordato che «quello che volge al termine è stato un anno difficile e complesso, con un processo di riordino delle Province che è stato annunciato dal Governo ma si è arenato in Parlamento, anche se, nel modo in cui era stato impostato con il decisivo contributo dell’Unione Province Italiane, avrebbe migliorato e semplificato la pubblica amministrazione. La realtà – secondo Saitta – è che hanno prevalso le resistenze locali e dell’apparato burocratico centrale. Finora gli Enti locali hanno contribuito alla spending review, lo Stato no. Il vero tema da affrontare è la riforma dello Stato centrale, con il superamento del rinascente centralismo.» Su questo tema Saitta ha proposto un esempio concreto: «Nel 2012, in novembre, la Provincia ha trasferito allo Stato gli incassi dell’addizionale sulla RC Auto per un totale di 21 milioni, a cui vanno aggiunti 3,5 milioni derivanti dalla lotta all’evasione fiscale. Quindi noi, additati come fonte di spreco, finiamo per finanziare lo Stato.»
Il Presidente ha poi ricordato che la Provincia di Torino ha garantito nel 2012 il funzionamento del sistema della formazione professionale e del trasporto pubblico locale, grazie alla liquidità di cui disponeva, anticipando i fondi dovuti dalla Regione, che paga, come sempre, con un ritardo di almeno un anno. «Abbiamo fatto da banca per conto della Regione. – ha denunciato Saitta – Ma se piazza Castello non ci eroga subito i 100 milioni dovuti, la formazione professionale non sarà più garantita a 43.000 studenti e 5-6.000 insegnanti. Rischia di innescarsi un processo di fallimento delle agenzie formative. Lo stesso discorso vale per il trasporto pubblico locale, per il quale aspettiamo dalla Regione trasferimenti per  30 milioni.» Il Presidente ha inoltre ricordato che la Provincia di Torino si è sempre caratterizzata  per una apprezzabile tempistica nei pagamenti delle spese correnti, che, fino all’ottobre scorso, non sono state soggette ad alcun vincolo normativo. «Però – ha sottolineato Saitta – al momento, non siamo in grado di fare investimenti, nonostante le economie fatte negli anni scorsi. Noi il rigore lo pratichiamo da prima della spending review, ad esempio non avviando trattative private per la vendita di alcuni nostri immobili di pregio. Questo perché, applicando rigidamente le norme, la Corte dei Conti potrebbe chiederci conto della vendita a prezzi troppo bassi.»
Quanto al tema dell’edilizia scolastica, il Presidente ha ricordato che la Provincia ha approvato in linea tecnica tutti i progetti più urgenti di manutenzione straordinaria, per poter avviare un confronto con il nuovo Governo. I progetti sono stati redatti in base alle indicazioni pervenute dalla Procura della Repubblica in tema di tutela della sicurezza negli edifici scolastici. Al momento è disponibile un fondo di 6 milioni di euro per gli interventi più urgenti, sufficienti a mettere in sicurezza 7 scuole di qui sino a marzo. «Da marzo in poi, se non ci saranno risorse, saremo costretti a chiudere locali scolastici. – ha denunciato Saitta – Chiederemo risorse allo Stato, perché dei 90 milioni per l’edilizia scolastica chiesti nel 2009 ne abbiamo ricevuti solo 3. Abbiamo delle priorità, come la verifica delle controsoffittature, che è in corso, ma occorrono almeno 20 milioni per gli interventi più urgenti. Se il Governo deciderà di aprire una fase di allentamento del Patto di Stabilità per favorire la crescita, siamo in grado di avviare immediatamente appalti per 200 milioni, riguardanti sia l’edilizia scolastica che il miglioramento della viabilità.»
Il Presidente ha poi ricordato che «è necessaria una grande operazione di verità nel sistema degli Enti locali, che svolgono numerosi servizi per conto della Regione: si mettano in ordine le priorità e le competenze. Negli anni scorsi abbiamo lavorato on i nostri tecnici su grandi progetti come corso Marche e la Tangenziale Est, che avrebbero comportato 2 miliardi di investimenti privati, che potevano partire se la Regione avesse avviato le gare per individuare i soggetti promotori. Proposi a Cota questi investimenti due anni e mezzo fa, al momento del suo insediamento. Oggi quegli investimenti avrebbero potuto aiutare il sistema economico, con un impegno di risorse pubbliche al massimo di 150 milioni. Il 2013 deve essere un anno migliore soprattutto per le autonomie locali – secondo Saitta – Perché non vogliamo essere i liquidatori delle politiche costruite in questi anni per sostenere le zone periferiche e montane: quelle politiche non erano un lusso, ma un modo serio per fare politica. Utilizzerò il 2013 per difendere le autonomie locali, schiacciate tra il centralismo statale e regionale; per difendere un tessuto vivace di amministratori locali che sono dei volontari che lavorano per il territorio. Perché, alla fine, chi fornisce servizi ai cittadini sono gli Enti locali, non lo Stato. Il riordino della pubblica amministrazione deve liberare risorse per le comunità locali. Occorre anche un riordino delle Regioni, che devono tornare a occuparsi di attività legislativa e di programmazione. Spero che il Piemonte non sia merce di scambio per alleanze politiche. – ha concluso il Presidente della Provincia di Torino – Noi abbiamo bisogno di un Governo regionale stabile, di un interlocutore forte.»

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