«Abbiamo fatto le riforme senza agire sulla leva fiscale, nonostante i debiti colossali ereditati e una situazione economica generale senza precedenti. Il bilancio del 2012 credo possa essere definito senza esagerazioni un mezzo miracolo»: è quanto ha sostenuto il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, durante la consueta conferenza stampa di fine anno.
«La nostra azione di governo parte dai fatti – ha proseguito Cota – ed i fatti hanno un peso. Noi siamo alle prese con riforme strutturali, non stiamo facendo ordinaria amministrazione: abbiamo preso questa onda di necessario cambiamento nel modo giusto, non ci siamo fatti travolgere, ma abbiamo attaccato. Siamo stati capaci di fare piccoli miracoli sulle cose concrete, che alla fine sono quelle che sono in presa diretta con la vita dei cittadini. Penso alla scuola, a cui siamo riusciti con risorse nostre a dare più insegnanti, soprattutto sul sostegno e per le zone disagiate; inoltre abbiamo investito, come scelta di priorità, sulla sicurezza, con scuole nuove e l’avvio di molte ristrutturazioni. Abbiamo poi continuato a varare misure anticicliche a sostegno di lavoro ed impresa, cosicché anche quest’anno il Piemonte continua ad essere il territorio dove conviene di più aprire un’impresa. Continuiamo ad avere una Protezione civile d’eccellenza, grazie alla nostra organizzazione, ma soprattutto grazie al grande cuore dei piemontesi. Abbiamo continuato a lavorare bene sul turismo, realizzando un mio piccolo sogno, e cioè di unire i servizi della Reggia di Venaria con quelli del grande Parco della Mandria, che insieme sono un ‘unicum’ a livello turistico e culturale che tutta Europa ci invidia. Reputo infine un nostro grande successo anche la riforma degli enti locali, con la regionalizzazione del patto di stabilità, iniziativa che ha permesso a tanti Comuni, soprattutto i più piccoli, di sopravvivere alla falce del Governo di Roma.»
Il Presidente si è quindi soffermato su un suo cavallo di battaglia che caratterizzerà il 2013: «Sono convinto che si debba ora riequilibrare il rapporto tra il Piemonte e lo Stato centrale. L’idea che il 75% delle tasse pagate dai piemontesi restino in Piemonte è qualcosa di molto concreto, che ci consentirebbe di avere 15 miliardi di euro in più a disposizione per intervenire su tutti i settori nevralgici della nostra economia. Oggi abbiamo invece soltanto il 37% di quello che paghiamo e da Roma arrivano ormai solo tagli. E’ ora che ci venga dato quello che ci spetta.»
«Nel nuovo anno – ha proseguito – andremo avanti con la riforma della macchina amministrativa della Regione e con la dismissione delle quote nelle società partecipate, perché il nostro compito non è gestire svariate attività, ma aiutare l’avvio della attività imprenditoriali.»
E, naturalmente, si proseguirà sulla strada della riforma della sanità: «Abbiamo raggiunto dal punto di vista dei conti risultati straordinari – ha sostenuto Cota – perché per la prima volta in 15 anni la spesa sanitaria è stata messa sotto controllo e abbiamo risparmiato rispettando il piano di rientro. Addirittura, abbiamo avuto dei risparmi maggiori rispetto alla previsione. Riconvertire le strutture più piccole è nell’interesse di tutti e il Cap di Arona è l’esempio emblematico: i cittadini ci guadagnano dall’avere nuove strutture e poter avere nelle vicinanze ospedali capaci di fornire servizi integrati e specializzati.»
Infine, il presidente ha ricordato che «durante la nostra azione abbiamo scoperto ulteriori debiti, non risalenti alla nostra gestione ma a quella precedente. che lo Stato non aveva evidenziato. Una situazione paradossale, su cui però spicca il lavoro virtuoso e paziente fatto in questi mesi. La scelta di dire comunque sempre la verità ai piemontesi, anche sulle situazioni finanziarie più preoccupanti, penso sia un atto dovuto, oltre che essere in netta controtendenza con un passato che per il bene del Piemonte non deve tornare.»
Dic 28 2012
Cota: “Il bilancio 2012 è un mezzo miracolo”
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