Da “La Gazzetta del Canavese del 30 giugno 2011
CASTELLAMONTE – «Non credo si tratti solo di un errore di battitura.» Con queste parole il consigliere Pasquale Mazza, mette fine alla lunga discussione che ha visto focalizzare l’attenzione sul punto 5 all’ordine del giorno, che prevedeva l’approvazione definitiva del Piano di Recupero di iniziativa privata, presentato, si legge sulla convocazione del Consiglio, “dal sig. Bellino Albino, già adottato mediante deliberazione dal Consiglio Comunale del 21 marzo 2011.” Il progetto riguarda la demolizione con ricostruzione ed ampliamento del fabbricato di piazza della Repubblica (ex Palestra), da sempre oggetto di polemica tra maggioranza ed opposizione. Ma oggi la questione è diversa, e in discussione non è più l’opportunità o meno di vendere i “gioielli di famiglia”, ma di valutare attentamente a chi, quei “gioielli” vengono venduti. Ad aggiudicarsi l’asta, infatti, sono stati in forma associata (così come compare sulla delibera del 23 marzo), Bellino Albino e Zucco Urbano-Società Canavesana Costruzioni Srl, il cui nome, finito di recente nell’ambito dell’operazione “Minotauro”, non compare più nel documento in via d’approvazione. A sollevare il caso lo stesso Consigliere d’opposizione che, posta la questione, ha chiesto delucidazioni sul perché di tale incongruenza, trattandosi della stessa delibera. «Me lo dovete spiegare – ha commentato Mazza – e se la delibera è sempre la stessa, chiedo che venga ritirata perché non conforme alla precedente, in quanto non compare più il nome di un imprenditore che invece risulta essere nella lista del 191 indagati, comparsa sui giornali. Abbiamo forse venduto la palestra a questo signore?»
È una situazione di forte tensione quella che si è venuta a creare nel Consiglio di lunedì 27 giugno, resa forse ancora più pesante dalla presenza, in aula del Comandante e vice Comandante della Stazione Carabinieri di Castellamonte, i Marescialli Giuliano e Fanciullo.
«Si tratta di un semplice errore di battitura – ha commentato il Sindaco Paolo Mascheroni – Noi non siamo qui per giudicare; l’avvocato se vuoi farlo, vallo a fare in altra sede. Abbiamo un punto all’ordine del giorno che fa riferimento ad uno strumento urbanistico. I banchi del Consiglio non sono il posto per le tue arringhe.»
E se da un lato il consigliere Eugenio Bozzello ha puntato il dito sulla vendita di una struttura per 591mila euro, il cui incasso ad oggi per il Comune, risulta essere uguale a zero (cioè non è stata versata ancora un euro), il Consigliere Ernesto Gibellino, subentrato dalla seduta scorsa a Mario Peretti, è tornato sull’opportunità, o meno, di proseguire l’iter burocratico, non rispetto all’adozione del piano di recupero, ma più in generale, nel portare avanti le trattative con la contropartita in questione. «L’Amministratore Delegato della Canavesana Costruzioni Srl, Urbano Zucco – abbiamo saputo che figura nell’elenco degli arrestati – ha sottolineato – Viste le ricadute negative che ne potrebbero derivare qualora si trattasse di soldi di provenienza illecita che finiscono nelle tasche del Comune, mi domando se non sia meglio fermarsi con l’approvazione, come forma di tutela per l’ente e per i Consiglieri che si trovano ad adottare un provvedimento che dà seguito a qualcosa che all’inizio non si conosceva.»
Insomma un monito per la salvaguardia dei Consiglieri rispetto a quanto si è appreso nel corso della seduta. Ma per il Sindaco Mascheroni il problema non sussiste. «Stiamo parlando di due cose diverse – ha detto il primo cittadino – Da una parte c’è un progetto, uno strumento urbanistico che oggi semplicemente andiamo ad approvare, dall’altra sarà compito mio, domani, verificare i fatti ed eventuali anomalie. La preoccupazione la capisco, ma se approviamo un piano di recupero non significa che approviamo una vendita. Il comune è garantito da una fideiussione bancaria e prima del rilascio di ogni permesso edilizio dovranno avere acquistato l’immobile.»
Il Consiglio è dunque stato sospeso ed è seguita una seduta a porte chiuse della maggioranza e la decisione, da parte della stessa, di proseguire con l’approvazione, con l’intento di fare i dovuti accertamenti. «Oggi non approviamo nè una vendita, nè un’asta. L’asta c’è già stata ha detto il Sindaco; certo la società mi ha confermato che uno dei soci ha avuto questi problemi, ma è già stata rilasciata una caparra al momento dell’asta e diventa difficile la non approvazione di questo piano di recupero. Seguiranno i dovuti accertamenti.»
Ad associarsi con quanto detto dai Consiglieri Mazza e Gibellino, anche la Consigliera Giuliana Reano, convinta che di fronte a tale situazione sarebbe prudente non procedere e per l’inadeguatezza di un progetto che avrebbe un impatto negativo su un centro cittadino già congestionato e a fronte della possibilità di usare la palestra diversamente. «Inoltre – ha ricordato la Reano – su quell’immobile era stato fatto un investimento pubblico. È assurdo buttare giù una struttura che aveva avuto un cospicuo investimento.» In disaccordo anche il consigliere Rizzaro: «È vero che non siamo giudici – ha detto – ma la situazione è grave. Inoltre la vendita della palestra mi ha sempre visto contrario perché quei soldi non verranno usati per investimenti.»
Favorevole la maggioranza, ma per alcuni Assessori, per così dire, con le dovute cautele. Perché se è vero che l’approvazione altro non è che un atto puramente tecnico, è altrettanto vero che occorrerà operare nella massima trasparenza. Vota a favore quindi l’Assessore all’Urbanistica Piero Scala, con una precisazione: «Pretendo che il segretario verbalizzi che all’atto di vendita, non ci siano infiltrazioni mafiose, n’drangheta, nessuno di questi parassiti che ci sono in Italia.» Richiesta avanzata anche dall’Assessore al Bilancio Sassoè Pognetto, che richiede controlli a tutela del Comune, ed dall’Assessore all’Urbanistica Maddio che ha aggiunto: «Non siamo qui per fare i processi a nessuno. Sarà l’autorità competente a vedere eventuali anomalie e sarà cura di chi andrà a sottoscrivere l’atto da parte del Comune a fare i dovuti accertamenti, per quanto riguarda l’antimafia, la provenienza soldi e quant’altro.»
La necessità di ritirare la delibera e dare spazio a chiarimenti in grado di creare serenità e non l’idea che su questi lavori gravino dei sospetti anche nelle parole del Consigliere Bozzello.
Insomma nessuno vuole condannare nessuno, ma le perplessità sussistono certo non in riferimento alla figura di Bellino, come più volte specificato, ma a quel nome, “Zucco”, misteriosamente scomparso dalla delibera, forse per una svista, ma che di fatto è ben presente su quella lunga lista di nomi legati all’ndrangheta.
Karen Orfanelli
Nov 20 2012
“Ritirate quella delibera” (il Consiglio Comunale di Castellamonte del 27 giugno 2011)
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