COLLERETTO GIACOSA – Un’azienda a “conduzione famigliare”, che opera nel settore farmaceutico tra i siti che fanno ricerca e sviluppo, e che fino a poco tempo fa poteva contare su tre grossi centri: Boston, Ginevra, accanto alla tedesca Darmstadt. Un’azienda che come tante in un periodo di forte crisi economica, per la prima volta si è trovata a dover avviare un programma di ristrutturazione aziendale con la chiusura del centro di Ginevra per questioni di costi e di bassa produttività, per continuare con la realtà tedesca con 1200 posti tagliati (molti i prepensionamenti), su di un totale di 10mila dipendenti. È la Merck Serono, azienda del gruppo Merck, che a Colleretto Giacosa, conta un centro che da lavoro a 158 dipendenti e che ha comunque dovuto ristrutturare il proprio sito canavesano. Ventisette le persone in esubero appartenenti a diversi settori (in gran parte ricollocate); ma se da un lato si è dovuto ridurre, dall’altro si è verificata la necessità, così come sottolineato da Luigi Colombo, general manager di Rbm Spa, «di assumere nel settore della ricerca.»
Dieci-quindici laureati, chimici o biologi, con dottorato, che conoscano l’inglese in maniera fluente e che abbiano avuto esperienza all’estero. Insomma la consapevolezza di dover essere competitivi all’interno del gruppo, se si vuole sopravvivere. Un cambiare pelle per potersi muovere in attività diverse.
Di questo si è parlato nel corso della conferenza stampa che si è svolta mercoledì 16 novembre, alla presenza di Rita Bussi, managing director. Una chiacchierata anche alla luce della manifestazione indetta dagli animalisti per sabato 24 novembre, davanti alla sede, per ribadire il “no” alla sperimentazione su animali. Uno sguardo alla storia, a quando nel 1969, Rbm venne fondata dalla dr. Silvia Marxer Olivetti, in memoria del marito Antoine Marxer. Da qui la crescita fino ad essere acquistata negli anni ’80 dalla Serono Spa e quindi dalla Merck nel 2007. La Rbm effettua tutte le analisi necessarie per poter commercializzare un prodotto farmaceutico, o meglio quanto viene richiesto dalla legge per poter ulilizzare sull’uomo un farmaco nuovo.
Una regolamentazione severa, alla quale non ci si può sottrarre, perché comunque, un farmaco prima di essere testato sulle persone deve essere sperimentato sugli animali: roditori, cani o piccoli maialetti, nel caso di sperimentazione chimica; roditori, piccole scimmie o conigli, nel caso di molecole biologiche, come capita in Rbm. Poi c’è una regolamentazione sull’uomo, che riguarda gli studi clinici di “Fase 1” sul volontario sano; “Fase 2” su un numero maggiore di pazienti che se positivi, daranno il via alla Fase 3, con un numero allargato di persone, definito per legge. «Non esistono metodi alternativi – ha continuato Colombo – Ad oggi abbiamo ridotto di un terzo il numero di animali utilizzati per la sperimentazione nella fase iniziale; abbiamo e stiamo lavorando per sostituire un certo tipo di test da effettuare in vitro anziché in vivo.»
È stato inoltre evidenziato come metà del sito di Colleretto Giacosa utilizzi, ad oggi, tecniche in vitro, che sono anche meno dispendiose in termini di costi. Tutte le attività sono ispezionate dal Ministero per quanto riguarda le buone pratiche di laboratorio, dal veterinario per quanto riguarda gli animali che vengono utilizzati per la sperimentazione del farmaco, che se di tipo tossicologico porta, comunque, alla soppressione dell’animale, che verrà anestetizzato primo di essere soppresso, e quindi sottoposto ad autopsia. Nonostante la crisi, così come sottolineato, il gruppo Merck intende investire sul sito di Colleretto: 2 milioni di euro nel 2009/2010; circa 1 milione e mezzo 2010/2011; per arrivare ad oggi con la creazione di nuovi laboratori (3mila metri quadri) per un costo di 8 milioni e mezzo di euro, che occuperanno 35-40 persone e la cui inaugurazione è prevista a inizio 2014. In essi verrà riprodotto un habitat naturale, per cercare di creare un ambiente ideale sia per l’uomo che per l’animale.
Alla conferenza stampa ha fatto seguito una visita all’interno dei laboratori, comprese le stanze che ospitano i piccoli roditori. L’auspicio è che fra vent’anni non si debba più ricorrere al loro intervento, ma oggi se si vuole salvare una vita umana, non ci sono vie alternative, anche se, come detto, passi in avanti, a riguardo, ne sono stati fatti, non solo sulla sperimentazione animale, dunque, meno utilizzata ma anche in termini di sviluppo di nuove molecole, che per Merck Serono interessano la Sclerosi Multipla, i tumori (di cui attualmente si stanno testando degli antitumorali), la fertilità, l’Alzheimer, la produzione di proteine con tecniche di ingegneria genetica. Il messaggio che Rbm ha voluto dare è che nonostante le difficoltà economiche la volontà del gruppo è quella di continuare ad investire sulla ricerca. Ma investire sulla ricerca significa anche testare i farmaci sugli animali, dalla semplice aspirina al farmaco per le malattie neurodegenerative, in cui Rbm è specializzata.
Nov 15 2012
Rbm Merck Serono: “Sperimentazioni animali necessarie”
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