Volontariato: la parte sana della società

Ma sulla criticità idrogeologica servono stanziamenti sicuri senza i quali sarà sempre e solo emergenza

 

Mai come in questi ultimi anni le tragedie ambientali hanno colpito la nostra Nazione. Terremoti ed alluvioni hanno contraddistinto la cronaca degli ultimi anni, sovrapponendo una emergenza all’altra.
Ancora in questi giorni la pioggia caduta fitta nell’Italia centrale ha causato allagamenti, smottamenti ed anche, come ormai siamo tristemente abituati, vittime.
Ma di fronte a questi episodi siamo anche in presenta di due fattori che hanno un effetto devastante: da un lato la crisi economica,m che mai come in questo periodo rischia di diventare un alibi per chi dovrebbe fare e non fa ed una inerzia nel porre mano alle emergenze più importanti che di volta in volta mettono in luce tutte le criticità del territorio.
E di fronte alle emergenze è sempre il volontariato a cercare di mettere una toppa, quando ormai tutto è accaduto. Entra sempre in campo con generosità per cercare, almeno, di rendere meno grave la situazione, per dare un tetto a chi l’ha perso o un pasto a chi non può più provvedere a sé ed alla sua famiglia. È la parte sana della nostra società, che purtroppo arriva sempre un minuto dopo che le tragedie sono avvenute, oppure opera in condizioni di rischio per cercare di prevenire, o almeno tamponare i rischi. Ma ci vuole altro. Occorre che chi deve decidere lo faccia per il meglio e chi deve trovare le risorse capisca che una Nazione fragile come la nostra ha necessità di interventi, immediati.
Anche per questo motivo l’assessore regionale all’Ambiente Roberto Ravello è intervenuto sulle dichiarazioni rilasciate dal Ministro Clini in merito all’urgenza di un Piano per combattere il dissesto idrogeologico: «La filosofia alla base del ragionamento del Ministro Clini è un elemento di riflessione condivisibile: in un Paese come il nostro, dove il 9,8% del territorio nazionale, secondo uno studio del Ministero dell’Ambiente, è interessato da aree ad alta criticità idrogeologica, è fondamentale dare risposte strutturali, partendo necessariamente dalle programmazioni di area vasta che le Regioni hanno elaborato ed aggiornato nel tempo ma che oggi, per le note difficoltà di bilancio, non sono in grado di finanziare. Anche per questo motivo, pur comprendendo che la crisi della finanza pubblica non risparmia nemmeno l’amministrazione centrale, anche nella veste di coordinatore della Commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni, ritengo che il dibattito scaturito dall’appello del Ministro all’UE costituisca un’occasione per rinnovare al Ministero dell’Ambiente  l’invito al trasferimento delle  risorse utili al finanziamento degli interventi previsti negli accordi di programma per la mitigazione del rischio idrogeologico sottoscritti dal Ministero stesso e dalle Regioni tra il 2009 ed il 2010, colmando anche il gap di trasferimenti che è venuto a crearsi tra le regioni del nord e del resto d’Italia. È auspicabile che la giusta richiesta di rivedere i vincoli derivanti dal patto di stabilità, inoltre, non sia limitata agli interventi contro il rischio idrogeologico, bensì estesa a tutti gli altri interventi emergenziali che gli enti locali e le Regioni si trovano a dover fronteggiare, quale ad esempio la prevenzione del rischio sismico.»
Per garantire la necessaria sicurezza del nostro paese, portando a compimento i programmi già avviati e condivisi anche con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e con le Autorità di Bacino, le Regioni richiamano da tempo l’effettivo stanziamento delle risorse necessarie, senza le quali è e continuerà ad essere impossibile restituire ad un territorio fragile e sottoposto agli effetti dei cambiamenti climatici la risposta al rischio idrogeologico.
Mario Damasio

Gli speciali cartacei dedicati al Volontariato saranno distribuiti venerdì 16 novembre al mercato di Ivrea e sabato 17 novembre al mercato di Rivarolo

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