BANCHETTE – Da più di un anno – 16 mesi per l’esattezza – una novantina di profughi sono alloggiati all’Hotel Ritz di Banchette di Ivrea. Fanno parte delle 20.000 persone (circa) approdate a Lampedusa dalla Libia, etichettate da allora in avanti come “Emergenza Nord-Africa”. Ma non sono libici: erano in Libia per lavorare, e da là sono fuggiti nella primavera del 2011 a causa della guerra.
In tutto questo tempo lo Stato Italiano – utilizzando fondi UE – ha speso un’enormità di soldi per la loro assistenza, affidata a un gran numero di enti disparati.
Ma nel contempo lo Stato stesso non ha mosso un dito per dar loro una speranza di futuro: non ha rilasciato un permesso di soggiorno umanitario, e li ha soltanto spinti a compilare una “domanda di asilo”. Adesso, dopo un ritardo incredibile, queste domande sono in gran parte respinte. Come, peraltro, si poteva facilmente anticipare fin dall’inizio.
Questo grosso gruppo di persone è sempre rimasto all’interno dell’albergo Ritz, gestiti in toto dalla Coop. Connecting People.
Così, salvo rarissime eccezioni, i profughi non sanno parlare l’italiano, non hanno stabilito contatti con la comunità locale, non hanno alcun progetto di integrazione e di lavoro.
Ciò è avvenuto – si badi bene – nonostante la grande fatica e l’impegno del personale che li gestisce.
Noi volontari abbiamo cercato di affiancarci fin dall’inizio per tentare un percorso di inserimento nella realtà italiana; ma dobbiamo invece constatare con tristezza che sono cresciute l’emarginazione, la disperazione, la depressione, la rabbia, l’inedia. E qualcuno comincia fatalmente ad “arrangiarsi” al limite della legalità.
Alla fine del prossimo dicembre tutto l’assistenzialismo finirà, perché non saranno più stanziati fondi pubblici.
In quel giorno la gran parte dei profughi diventerà improvvisamente “clandestina“ (perché senza permesso di soggiorno) e dovrà “sparire”. Ma anche chi avrà ottenuto i sospirati “documenti” dovrà imparare altrettanto all’improvviso a camminare con le proprie gambe.
Pertanto ci uniamo alle tante organizzazioni che chiedono con forza e urgenza al Governo:
– il rilascio di un permesso di soggiorno umanitario in favore di tutti i profughi giunti dalla Libia, decidendolo immediatamente con un provvedimento chiaro;
– l’utilizzazione di tutte le residue risorse verso attività di integrazione con le comunità locali anziché per la pura assistenza, cercando soluzioni dignitose ed efficaci per l’inclusione sociale dei profughi coinvolti nei progetti d’accoglienza;
– un coinvolgimento reale dei Comuni – e delle loro forme associate – nella definizione dei modi concreti di accoglienza.
In mancanza di azioni immediate, rispettose della dignità delle persone e dei territori coinvolti, riteniamo che vi sia un altissimo rischio di innescare tensioni sociali e di alimentare razzismo e conflitti.
Inoltre, per le nostre specifiche esperienze locali, chiediamo:
– di trasferire subito i profughi con permesso di soggiorno in microgruppi sul territorio, esterni all’albergo;
– un incremento delle responsabilità attive dei Comuni nel seguire l’inserimento di piccoli gruppi di profughi sul territorio, organizzandosi in modo opportuno e partecipando alle occasioni di finanziamento di tali attività;
– una dichiarazione del Consorzio Connecting People (attuale proprietario dell’Hotel Ritz) che escluda esplicitamente future ospitalità prolungate in tale edificio.
Il gruppo dei volontari “Noiquellidelritz”
Banchette, 30 ottobre 2012
Nov 02 2012
Profughi: continuiamo a far finta di nulla?
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