– Colleretto Giacosa il Consiglio sul biodigestore – intervento del Sindaco
– Colleretto Giacosa il Consiglio sul biodigestore – intervento del Comitato
– Colleretto Giacosa il Consiglio sul biodigestore finisce con urla e insulti
COLLERETTO GIACOSA – «Vorremmo che il biodigestore funzionasse con “parole a vanvera”, perchè così avrebbe materiale a volontà per mettersi in azione.» Sono solo alcune delle parole che Gianfranco Trucco, Presidente del Comitato NobiogasGiacosa ha voluto rivolgere al Sindaco Paola Gamba, circa l’intenzione di realizzare un biodigestore nel territorio di Colleretto Giacosa, impianto che una gran parte dei cittadini non vuole. Se ne è tornati a parlare nel corso del Consiglio Comunale che si è tenuto ieri, giovedì 25 ottobre, alla presenza di un vasto pubblico. Un dibattimento lungo quasi tre ore, lontano da quanto il buon senso potrebbe dettare, ma in linea coi tempi quando ad essere messa in discussione è la parola democrazia: tutti ne parlano, nessuno la rispetta. Ecco, quindi, che il tanto sollecitato “Consiglio Comunale Aperto” da parte del Comitato, si è trasformato, quasi per concessione, in un Consiglio Comunale pubblico, dove i cittadini non hanno potuto parlare; che la richiesta di sospensione dello stesso, per dare la possibilità alle persone di esprimere una propria opinione, non è stata accolta e che alla stampa è stata vietata la possibilità di fare riprese perché, ben si sa, le telecamere in funzione piacciono solo quando è bello mettersi in mostra. Come nel caso di un volantino, accuratamente riposto sulle sedie, a disposizione dei presenti. “Abbiamo ridotto l’Imu 2012 sulla prima casa di 60 euro; la detrazione ordinaria passa a 260 euro – si legge sul foglio – Questo risultato è dovuto alla riduzione della spesa corrente che “QUESTA” Amministrazione ha fatto, in particolare tagliando sui costi relativi al personale.” Tutto ciò potrebbe avere una valenza positiva se l’intervento a favore del cittadino, viaggiasse di pari passo con la volontà di volerlo ascoltare quello stesso cittadino e di pari passo anche con la volontà, magari attraverso un video, di mostrare al territorio quanto l’amministrazione, se lo ritiene un giusto passo, sta discutendo. Ma nella realtà dei fatti, senza entrare nel merito della vicenda, sembra tutta una contraddizione.
«Scusate – ha sottolineato il Sindaco, nel dare inizio al punto riguardante il Biodigestore – il Consiglio, è aperto chiaramente alla partecipazione del pubblico (che in verità non poteva parlare perché non si trattava di un Consiglio Comunale aperto), ma non è permesso fare delle riprese. Abbiamo deciso di no, perché l’Amministrazione può decidere. Ritengo che siano argomenti importanti, che meritano attenzione; è bene discuterne come faremo, ma non credo sia il caso di spettacolarizzare sempre tutto attraverso la televisione.» Ed alla risposta del giornalista: «Questo non è spettacolo, ma informazione», la patata bollente è passata al Segretario: «È legittimo che il Presidente prenda una decisione supportata dal Consiglio Comunale, che è chiamato a votare.» Inutile dire che la maggioranza ha supportato il Sindaco e che ad essere ammesse sono state soltanto le foto; inutile dire anche che tale affermazione ha creato malcontento tra quello stesso pubblico, al quale il Sindaco è tornato a rivolgersi: “Il Consiglio è un consiglio non aperto al pubblico, e chiedo ai presenti di mantenere il silenzio. Insomma era “aperto” nel senso che il pubblico poteva partecipare, e ci mancherebbe altro, ma non era “aperto” non senso che il pubblico non poteva parlare.
Da parte del primo cittadino è stata dunque data lettura di una relazione (Guarda il video), in cui sono state ripercorse le tappe fondamentali di un progetto discusso.
«Sono consapevole – ha sottolineato il Sindaco – che amministrare vuol dire far convivere il rispetto della legalità con la diversità di opinione dei cittadini e degli amministratori, così come l’informazione e la partecipazione ha un valore enorme. Proprio per questo ritengo che in questi mesi si siano persi di vista alcuni di questi riferimenti.» Ma quale informazione? Quella vietata agli organi di stampa? Dito puntato contro chi (il Comitato), in questi mesi ha insinuato che l’Amministrazione o il Sindaco lavorino sottobanco; contro chi dice che l’Amministrazione di Colleretto sceglie ufficialmente di non scegliere, mentre ufficiosamente è impegnata per la realizzazione del “mostro”; ed è ritenuto sbagliato anche sollecitare insistentemente l’Amministrazione ad esprimersi su di una “ipotesi di progetto” e ancor più che questo venga fatto da dei Consiglieri. «Questa Amministrazione – ha continuato il primo cittadino – non si è candidata per promuovere la realizzazione di un biodigestore, ma per valutare qualsiasi progetto venga posto alla sua attenzione. Questo può avvenire solo con la raccolta delle informazioni necessarie ad esprimersi nel rispetto della legge, ma non può avvenire senza il deposito presso gli uffici preposti. Una amministrazione che agisce nella legalità non può pronunciarsi sulla base di una “ipotesi di progetto”. Ad oggi le informazioni diffuse non sono state corrette, tanto che a più di una persona è sorto il dubbio che dal biodigestore esca diossina e che dei bambini possano cadere nelle fosse e possa succedere uno tsunami.» E torna prepotentemente la parole “informazione”, quella che nella seduta di ieri è stata proibita. «Un comitato può permettersi di scrivere nel proprio atto costitutivo, che si oppone alla realizzazione – ha continuato la Gamba – Una Amministrazione comunale deve prendere atto che è un impianto che produce energia, utilizzando fonti rinnovabili la cui realizzazione è regolata da leggi, nel rispetto del “Protocollo di Kyoto” e della salute pubblica. Verranno prese decisioni solamente quando verrà depositato un progetto presso gli uffici preposti. All’incontro di luglio Aeg ha dichiarato che stava ancora valutando se procedere o verificare il progetto alla luce del “conto energia”, che è il documento che regola i contributi statali per gli impianti ad energia rinnovabili. In questa occasione è stata fatta presente la ricollocazione dell’impianto in una zona più distante dalle abitazioni. Ad oggi non siamo a conoscenza delle intenzioni di Aeg, se si farà l’impianto, come intenda procedere per la richiesta delle autorizzazioni, le sue dimensioni e come vorrebbe alimentarlo. Chiedo ai Consiglieri se sono disposti ad avviare un dibattito di confronto costruttivo, obiettivo, mentalmente aperto, senza preconcetti e libero da strumentalizzazioni. Ribadisco a chi è sordo, o non comprende la lingua italiana, che a Colleretto Giacosa non è stato depositato nessun progetto. e non ci si può esprimere a favore o contro un progetto inesistente.»
La parola all’Assessore Grazia Enrico, con la lettura di una mozione sottoscritta dalla Giunta e sei consiglieri: «Un atto di indirizzo politico di sostanza – ha concluso il Sindaco – cosa che spesso siamo poco abituati a vedere e voler fare.» Accanto alle linee di indirizzo, in essa si legge: «I cittadini hanno richiesto la convocazione del Consiglio Comunale aperto in cui l’amministrazione prenda posizione inequivocabile su questa materia, ma ciò non corrisponde al vero, perché la petizione richiede il coinvolgimento dei cittadini su ogni decisione che dovesse essere presa in merito al biodigestore, e il termine dovesse significa nel caso in cui fosse depositato un progetto. L’amministrazione ritiene di non poter prendere posizione in quanto una delibera in tal senso sarebbe illegittima per mancanza di presupposti su cui poter decidere.» Da qui la mancata convocazione della seduta aperta. Letta la mozione e dettate le linee guida, i Consigliere Thomas e Gianaro hanno avanzato diverse modifiche, alcune delle quali sono state accolte altre no, come il ricorso ad altri enti competenti e la richiesta di utilizzo della filiera corta per alimentare l’impianto.
Dissenso è stato espresso dall’Assessore Dini circa la decisione del Comitato di esprimere la propria contrarietà appendendo uno striscione sulla cancellata della Chiesa, parlando di «perdita del senso del limite».
Ma durante la seduta è stata una seconda telecamera a riportare scompiglio. «Abbiamo deliberato di non fare riprese» ha ripetuto il Sindaco. Ma realizzare riprese televisive per chi fa informazione in una seduta pubblica è un diritto costituzionale, di quella Costituzione più volte menzionata nel corso della serata. Votata la mozione e chiuso il Consiglio, la parola è passata al pubblico quando ormai erano passate le ore 23. A parlare il Presidente del Comitato (guarda il video) e poi la bagarre finale, con alzate di voce, urla, e quant’altro a riassumere uno spettacolo poco edificante (guarda il video). E se è vero, come letto dal Sindaco Paola Gamba, ad inizio consiglio, che «amministrare significa governare le situazioni, e questo lo si fa con gli strumenti di cui l’istituzione dispone con buon senso, usando il raziocinio e non la pancia», chi doveva governare le situazioni non è stato in grado di farlo, ma ha permesso che prevalessero gli insulti, senza batter ciglio, nella più totale anarchia.