Lo dice il Presidente Saitta, descrivendo il lavoro effettuato
«È urgente che il Canavese si inserisca nella riorganizzazione territoriale delle istituzioni e delle funzioni avanzate che sta investendo la Torino post-olimpica» ha spiegato il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta. «Per esempio, deve entrare in gioco rispetto alla riorganizzazione del sistema culturale e museale torinese, altrimenti molte delle sue ambizioni turistiche rischiano di diventare velleitarie. La consapevolezza del suo passato da protagonista del Nord Ovest italiano è molto importante – ha detto Saitta – ma se manca il rapporto con l’evoluzione dei grandi centri, ed in particolare della direttrice Torino–Milano, questo territorio rischia una irrimediabile marginalizzazione.»
Il Piano strategico serve a questo? «Non è il piano della Provincia di Torino – dice Saitta – ma il piano del territorio, un piano di governo che mette insieme obiettivi pubblici e privati e ne definisce di nuovi.»
Il piano ha avuto anche un compito di aggregazione: «Per questo si è lavorato non solamente tra le istituzioni, ma con chiunque avesse suggerimenti da proporre. Un piano che nel metodo di lavoro ha rotto le gerarchie classiche. Certo – dice Saitta – alla partenza c’erano delle diffidenze; qualche critica è ancora rimasta: ma complessivamente è stata rafforzata una identità del Canavese in una prospettiva di uno sviluppo.»
Ma cosa è emerso? «Un territorio attivo e ricco di prospettive in fase di superamento degli schemi olivettiani, ma che può avere dei problemi in termini di identità.»
E conclude Saitta: «È stato un lavoro lungo, che ha consentito di crescere e che sulla base di intese è andato avanti. Il piano definisce degli obiettivo a medio e lungo termine. Dunque la cabina di regia non chiude il proprio lavoro. Questa è la prima tappa.»
E in un intervento il Sindaco di Ivrea, Fiorenzo Grijuela, ha invitato a verificare periodicamente la verifica dello stesso piano e la sua attuazione.
m.d.