Consiglio Comunale caldo a Leinì: la minoranza chiede al Sindaco, Ivano Coral, di fare un passo indietro
C’è un impresa edile, il cui capo è stato arrestato perché ‘ndranghetista, che ha lavorato nella Provana per la costruzione delle case. Come fare finta di niente?
È una minoranza compatta, preparata, quella che siede sui banchi d’opposizione. Una minoranza che ha pronto il foglio di dimissioni, che non vuole certo sostituirsi ai Magistrati, ma che vuole fare chiarezza, perché quanto dichiarato dal Procuratore Generale Giancarlo Caselli in conferenza stampa, mercoledì scorso, e che individua in Nevio Coral il biglietto da visita tra l’ndrangheta e la politica del territorio, è di una gravità inaudita, senza precedenti dove non si può più far finta di nulla e dove, continuare a pensare che questo intreccio tra ‘ndrangheta e ambienti politici non abbia permeato il territorio di Leinì, è profondamente sbagliato. Dito puntato contro una gestione da “padre padrone” che deve finire. Lo ha detto senza mezzi termini Gabriella Leone, Capogruppo di “Uniti per Leinì”: “diciassette anni di Coral hanno portato in qualche modo la gestione della cosa pubblica come cosa privata, di famiglia.» Ed è il metodo dei favoritismi quello che non piace. «Tutto ciò che va oltre le regole – ha detto – è spazzatura e la spazzatura bisogna tirarla fuori, e se c’è buttarla via.»
Un invito dunque a voltare pagina, perché il solo dubbio che Ivano Coral possa essere stato eletto con i voti dell’ndrangheta è qualcosa che indigna. Perché se è vero che spetta ai giudici dire la parola definitiva, è altrettanto vero che il sospetto che qualcosa di fondato ci sia non è poi così remoto. «Possibile che quanto leggiamo sui giornali sia frutto della fantasia – ha continuato la Consigliera – Che nessuno sapesse nulla di queste famiglie legate all’ndrangheta che entravano e uscivano da questi capannoni, tra cui quella che ha a che fare con le case Provana. E poi c’è l’indagine che riguarda Caterina Ferrero, nuora di Coral, nello scandalo sanità.»
La memoria della Consigliera va a quando Nevio Coral in Consiglio criticava l’opposizione di avere affossato la Provana, parlando di onestà e integrità. «In questa sala – ha detto – ha più volte detto di essere amico con il Procuratore Caselli ed anche qualche mese fa quando sui giornali era uscito un articolo in cui si diceva che in un bar di Leinì si riunivano cosche ‘ndranghetiste lui, rispose “magari prima, ma da quando ci sono io assolutamente niente”. Questo certo lascia un po’ turbati. Lo sguardo ad un sistema di favoritismi che deve smettere di esistere, ad un cittadino che non deve scegliere l’amministratore in base al tornaconto che può avere, ad un gruppo privilegiato di persone che lavorano sempre ed altri mai. La ricchezza va distribuita. Ci deve essere uno stato di diritti e dovere, quello che mi spetta lo devo avere senza aggirare gli ostacoli, quello che non mi spetta non lo devo neanche richiedere. Questa situazione non porta a governare serenamente un comune. L’atto di responsabilità non vuol dire ammettere qualcosa, ma prendere una posizione per permettere al paese di essere governato in tutta tranquillità.»
Ed è il Consigliere Francesco Lamberti ad auspicare un vento di cambiamento, così come la gente ha dimostrato andando a votare al Referendum, che sappia arrivare anche a Leinì, e farla rinascere, mentre il Consigliere Musolino si è lasciato trasportare in una lezione di storia, nel ricordare una recente commemorazione in Calabria, in onore di suo zio, Antonio Musolino a cui, ha detto «la mafia ha rubato i soldi e la vita. Mi ritrovo a distanza di 1400 km ad ascoltare argomenti, simili.»
E se da un lato il Consigliere Brugiafreddo spezza una lancia a favore di Coral, che difende da un punto di vista umano, rivolgendosi al Sindaco ha posto l’attenzione su un intervento che ha visto mischiare il piano sentimentale, affettivo, giuridico, politico e civile, cioè di responsabilità nei confronti della società, che crea confusione e danno per la collettività, e nelle dimissioni intravede la possibilità di creare un centro destra «avulso da queste logiche di scambio, occasione per riscattare l’immagine calpestata del Comune di Leinì, un modo per dimostrare che non tutti hanno aderito a questo sistema descritto dal procuratore Caselli. Abbiamo fatto una battaglia di trasparenza nei rapporti tra comune e associazioni, e mi strazia leggere di intercettazioni in cui Coral dice: “Ne mettiamo uno in Regione, uno in Comune, uno nella Pro Loco, così diventiamo forti.” C’è un impresa edile, il cui capo è stato arrestato perché ‘ndranghetista, che ha lavorato nella Provana per la costruzione delle case. Come fare finta di niente? E come è possibile chiedere ai cittadini di pagare la mensa più cara alla stessa Provana, quando c’è il dubbio che questi soldi possano essere utilizzati per finanziare queste famiglie? Per questo vi chiediamo un grande atto di trasparenza.»
Una vicenda scioccante per il capo di imputazione attribuitogli, il più brutto del codice penale secondo la Consigliera Masi; e la gravità della vicenda anche nelle parole di Fabrizio Troiani, se è vero che la maggioranza siede su quei banchi del consiglio grazie ai voti della criminalità organizzata. «Per eliminare il sospetto – ha detto – occorre dare ai cittadini l’opportunità di nuove elezioni. La politica deve volersi bene, ha detto Caselli in un incontro con il Gruppo Abele, e i partiti devono avere la forza di espellere i propri membri discutibili. Dimettetevi è quanto chiedono i cittadini.
Karen Orfanelli