CALUSO – Il secondo Festival di Mongolfiere svolto dal 28 settembre al 2 ottobre a Caluso è stato un successo, grazie all’impegno del Comitato Gemellaggio Caluso – Brissac Quincè. Grazie al tempo bello i voli programmati sia la mattina, sia al pomeriggio si sono svolti regolarmente. E la serata di sabato ha consentito uno spettacolo inedito per il Canavese: nella piazza del Mercato sono state gonfiate quattro mongolfiere in un suggestivo spettacolo delle luci delle fiamme all’interno dei palloni.
Un esperimenti da ripetere.
ESCLUSIVO!
La vera storia del primo volo in mongolfiera
La cronaca del 19 settembre 1793: protagonisti una pecora, un gallo e un’anatra
È il 19 settembre 1793 e siamo nella capitale d’Europa: Parigi, nella Reggia di Versailles, alla presenza di Sua Maestà Luigi XVI e di Maria Antonietta.
È presente l’intera corte ed una folla immensa di 100mila persone.
Il momento è solenne: gli occhi sono tutti puntati su quel pallone che di lì a poco avrebbe dovuto alzarsi in volo. Ma non solo. Anche sui tre passeggeri scelti per entrare nella storia: una pecora, un gallo e un’anatra.
«Siamo noi i protagonisti, altro che questi fratelli Montgolfier che ne inventano una al giorno. Noi siamo quelli che rischiamo, e rischiamo grosso: la pellaccia!»
La pecora, il gallo e l’anatra la vedevano in questo modo: il pericolo, per loro, non era precipitare al suolo, spiaccicarsi per terra e diventare come una sogliola, ma quello di partire, volare e non tornare più. Avevano questa paura.
Non potere più rivedere gli amici; il gallo non avrebbe più potuto beccare libero nell’aia con uno stuolo di galline pronte a seguirlo in ogni suo passo. La pecora avrebbe perso il suo gregge. E l’anatra? Beh, l’anatra aveva un’ancora di salvezza. «Tu almeno puoi volare – disse la pecora – e se capisci che non riusciamo a tornare indietro, potrai spiccare il volo e farlo con le tue ali!»
«Smettila di lamertarti – disse l’anatra alla pecora – Siamo una squadra e andiamo avanti insieme.» E riuscì anche a dare delle soluzioni: «Mal che vada – disse alla pecora – tu potrai scendere dal cesto e con tutta quella lana che hai potrai fare la nuvola in cielo. Sai che successo per chi ti vedrà da sotto.»
«E io?» disse il gallo. «C’è un compito anche per te. Lo vedi quel quaderno. Comincia subito: strappati una penna e scrivi. Annota tutto: temperatura, pressione, altezza raggiunta, sensazioni di volo. Devi segnare tutto – disse ancora al gallo che non ci capiva più niente – Mal che vada, se non riusciremo a tornare, butteremo giù il quaderno e resterà per sempre la nostra storia.»
«Quanto a me – concluse l’anatra che già parlava da comandante – sarò l’ultima ad abbandonare l’impresa, come un ammiraglio alla guida della sua nave.»
Lo disse così bene che la pecora e il gallo non fecero altre domande.
Ma quel volo fu un successo. Raggiunsero l’altezza di 10mila penne di gallina, secondo i calcoli del gallo, cioè 500 metri.
Un trionfo!
Di loro si parlò per settimane intere. E non andarono in televisione solamente perchè non l’avevano ancora inventata.
Se no, sai che successo nei talk show di tutto il mondo!
Mario Damasio